“In un momento storico in cui siamo travolti dalla pandemia è inaccettabile che, nel mondo, ci siano ancora 2,2 miliardi di persone senza accesso all’acqua. È un diritto che spesso in Italia si tende a dare per scontato eppure, purtroppo, non lo è”. Con queste parole il presidente dell’organizzazione umanitaria WeWorld Marco Chiesara commenta la Giornata mondiale dell’acqua che si celebra ogni anno il 22 marzo. “Negli ultimi anni – continua Chiesara – abbiamo lavorato soprattutto in quei Paesi dove le risorse idriche sono più scarse, includendo i gruppi più vulnerabili e privilegiando una governance locale”. WeWorld lavora in molte zone in guerra tra cui la Siria – che quest’anno conta 10 anni di conflitto – per riabilitare reti idriche, stazioni di pompaggio e serbatoi, soprattutto nelle aree di Aleppo e Deir-Ez-Zor, grazie agli interventi finanziati da diversi donatori quali Echo, Cooperazione italiana e agenzie delle Nazioni Unite. Qui, in condizioni di estrema fragilità, la riabilitazione di sistemi idrici nelle zone rurali di Aleppo e Deir Ez Zor ha garantito acqua potabile ad oltre 79.000 persone vulnerabili, mentre la ricostruzione di servizi igienico-sanitari presso 9 scuole ha consentito ad oltre 7.200 alunni di adottare pratiche igieniche corrette e di usufruire di un adeguato accesso all’acqua. In totale, l’intervento ha permesso ad oltre 130mila persone di avere un accesso all’acqua sufficiente e sicuro per l’uso domestico. Uno dei modi per far fronte anche all’emergenza Covid-19. Anche in 6 villaggi è stato completato il ripristino delle reti idriche danneggiate durante il conflitto. Quest’anno sono state individuate 60 nuove strutture Wash per la riabilitazione ad Aleppo e Deir-Ez-Zor. I lavori sono in corso e, una volta completati, garantiranno l’accesso regolare all’acqua ad almeno 30.000 studenti. Con i suoi interventi WeWorld è riuscita a raggiungere nel mondo oltre 2.1 milioni di persone, erogando oltre 28 mila metri cubi d’acqua e distribuendo oltre 15 mila kit igienico-sanitari.