“Carissimi amici, era il 21 marzo 1996 quando, a un anno dalla fondazione di Libera, vi fu la prima ‘Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie’, dal 2017 istituita per legge. Da allora, le mafie sono molto cambiate. Si sono adattate ai mutamenti sociali, la loro pervasività è stabilmente planetaria, e si compirebbe un errore se fossero considerate solo un fenomeno italiano, o solo relegato al nostro meridione”. Inizia con queste parole il messaggio del card. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana, in occasione della Giornata della memoria per le vittime della mafia. “Noi oggi ricordiamo le vittime di questo flagello, di questa strada di corruzione che nega in radice il bene comune. Si compie un errore se si associano le mafie alla sola violenza delle armi. La loro violenza è anche più ampia: si chiama corruzione”. Bassetti afferma: “Ricordando i nomi delle persone, il loro martirio, il dolore che le circonda, e anche il lavoro, il coraggio, l’onestà, l’impegno, le speranze, comprendiamo che questi martiri sono nostri modelli, nostri maestri, ed è a loro che dobbiamo guardare per imprimere in noi stessi la consapevolezza della gravità di questi fenomeni che divorano le società, in Italia e all’estero. Questi martiri sono lì a osservarci, a giudicare le nostre azioni, le nostre intenzioni e le nostre coscienze: sono tutti lì a misurare la nostra verità e coerenza”.
“Papa Francesco avverte la tragica urgenza in tutto il pianeta, la oscura incidenza di queste forze nemiche dell’essere umano e del Vangelo… Su questo terreno, carissimi amici di Libera, dobbiamo impegnarci quotidianamente per eliminare ogni brandello di equivoco, in primo luogo per seguire il Vangelo, onorare le nostre vittime, i nostri martiri, e per sostenere chi, sul campo, combatte per una società più giusta e libera, affinché vi sia un concreto sviluppo umano integrale. Ricordiamo la imminente beatificazione di Rosario Livatino, che illumini e motivi le nostre coscienze”.