“Il deserto”, “La luce”, “La casa del Padre”, “L’amore di Dio” e “Il chicco di grano”. Sono i cinque film doc live realizzati da Giuseppe Aquino, regista di cinema, teatro e televisione, per la diocesi di Roma e dedicati all’ascolto delle famiglie. Un percorso per accompagnare i fedeli verso la Pasqua, il cui protagonista è il vescovo ausiliare delegato per la Pastorale familiare, mons. Dario Gervasi. In ogni breve film – della durata di circa venti minuti ciascuno – il presule incontra una diversa famiglia della diocesi, direttamente a casa loro. Fa eccezione l’ultimo, il quinto della serie: a causa delle restrizioni imposte dalla zona rossa, il film è stato girato interamente da remoto, secondo un procedimento ideato dallo stesso Aquino e da lui già utilizzato per la prima volta con il recente “Quarantena live”. Sono disponibili sul sito della diocesi di Roma nella sezione “Quaresima 2021”.
“Questi brevi film nascono dal desiderio di ascoltare la vita delle famiglie direttamente dalle loro parole, in particolare dopo il tempo del Covid, e capire come la Parola di Dio ascoltata in famiglia illumini il percorso – spiega il vescovo Gervasi –. Si comincia con la storia della famiglia abbinata a ciascuno dei cinque Vangeli che scandiscono il cammino della Quaresima. È un modo per valorizzare il fatto che la Parola di Dio può essere letta insieme in famiglia e che la famiglia ha una capacità particolare di ascolto, in quanto piccola comunità”. Nei cinque film, anche la storia di una famiglia siriana accolta nella parrocchia di San Bonaventura da Bagnoregio, quella di una giovane donna rimasta vedova con tre figli, di una coppia lontana dalla fede che vi si è poi avvicinata grazie all’incontro con un parroco, di due coniugi in difficoltà economiche a causa della pandemia.
“È un bellissimo progetto, unico nel suo genere – commenta Aquino –. La Chiesa esce dalle mura e va dentro la società, lascia i suoi spazi e va verso l’uomo, identificato in questo caso come famiglia, proprio come dice Papa Francesco”. Si tratta di riprese “live”, dal vivo, come se ci si trovasse proprio all’interno delle case dei fedeli: “In questi brevi film nessuno recita, filmiamo semplicemente la realtà – chiarisce –, in modo veritiero, e questo è possibile perché si è creato un bell’equilibrio tra di noi”. Quanto alla tecnica utilizzata, per i primi quattro film ci si è affidati a lunghi piani sequenza, mentre per l’ultimo si è dovuto ripensare tutto, per via delle sopraggiunte restrizioni imposte dal passaggio del Lazio in zona rossa. “Avevamo quasi rinunciato a girare quest’ultimo film – ricorda Aquino – ma ci dispiaceva interrompere così il percorso. Alla fine abbiamo pensato di ispirarci a quanto avevo già fatto con ‘Quarantena live’, sebbene in forma più piccola e semplificata”. Per il futuro, confida Aquino, “l’idea è di unire i vari film in un unico documentario, limando qua e là e aggiungendo qualcosa, e presentarlo a un festival”.