“A tre anni dall’avvio (2017) del progetto diocesano dedicato alle energie rinnovabili i risultati sono incoraggianti e trovano un continuo riscontro da parte di parrocchie ed enti diocesani”. A sottolinearlo sono i dati del rapporto 2020 sul progetto, che vede attiva una convenzione tra diocesi di Padova e fornitori di energia elettrica e gas. Il progetto, avviato nel 2017 sulla scia delle sollecitazioni ricevute dall’enciclica di Papa Francesco Laudato Si’, “poggia – spiega un comunicato – su alcuni presupposti, richieste, necessità: risparmiare; favorire una cultura di conversione ecologica; utilizzare fonti rinnovabili; dare seguito a un appello di bene per l’umanità e per il futuro; rispondere a una richiesta di supporto di fronte alle numerose offerte del mercato libero”. Al 31 dicembre 2020 “le utenze (energia elettrica e gas) entrate in convenzione sono 1.221, così suddivise: 770 di energia elettrica, riferite a 193 parrocchie (erano 150 nel 2019 e una cinquantina a fine 2017) per un consumo aggregato su base annua di 4 milioni e 100mila kWh circa e una spesa complessiva di 1 milione e 30mila euro; 451 di gas naturale, riferite a 137 parrocchie per un consumo aggregato su base annua di circa 1 milione e 20mila metri cubi e una spesa complessiva di 790 mila euro”. Le convenzioni di fornitura, in scadenza al 31 dicembre 2020, sono state rinegoziate lo scorso autunno, invitando anche altri fornitori “caratterizzati da elevata reputazione”. Si è giunti così da un lato a confermare la fornitura con Agsm Energia Spa di Verona, “essendo state ulteriormente migliorate le condizioni economiche; e dall’altro, vista la consistenza di consumo comunitariamente raggiunto, ad aprire una seconda convenzione gas/elettricità con un secondo fornitore: Dolomiti Energia Spa di Trento”.
“La strada intrapresa – commenta Vanna Ceretta, economa della diocesi di Padova – ci conferma nel desiderio di orientare le scelte di consumo in armonia agli obiettivi di sostenibilità che la Chiesa di Padova sta maturando e rispondendo così sia a un’istanza etica che a un richiamo profondamente cristiano di attivare buone pratiche per il bene comune e per la salvaguardia del creato, la nostra casa comune, come ci ricorda Papa Francesco”.