“Nell’attesa di potervi incontrare e con voi lavorare con orgoglio e gratitudine nella vigna del Signore, saluto tutti e ciascuno, certo che metterete in comune i beni spirituali, le competenze e le risorse che tra voi abbondano, a beneficio di tutte le persone che abitano il territorio della chiesa reggina”. È quanto ha scritto mons. Fortunato Morrone, arcivescovo eletto di Reggio Calabria-Bova, in una lettera di saluto alla sua nuova diocesi. “Da parte mia metterò a disposizione quel poco che sono, confidando di cuore all’azione dello Spirito di cui tutti siamo ‘crismati’, per portare nel mondo il buon profumo, quello intensamente umano, di Gesù”. Mons. Morrone ha recato “un saluto particolare e affettuoso agli ammalati e ai sofferenti nel corpo e nello spirito, a chi è stato segnato in questo periodo di pandemia e, pertanto, a tutto il personale sanitario che con generosità e professionalità si è speso per gestire l’emergenza”. Il neo presule ha poi rivolto il “pensiero e il saluto a chi è nella solitudine e nella povertà a causa del momento di crisi economica che stiamo attraversando”, nonché “a tutte le famiglie, spina dorsale della nostra comunità ecclesiale e civile”.
Prendendo la parola nella cattedrale di Crotone, dove è stato dato l’annuncio della sua nomina, mons. Morrone ha sottolineato di essere “chiamato a una paternità episcopale sotto il segno della paternità di san Giuseppe: prendermi cura di figli che non sono i miei, secondo la carne, ma per questo ancora più amati e curati, perché figli e figlie dell’unico Padre”. Mons. Morrone affida proprio a san Giuseppe “il mio sogno: sogno una Chiesa in cui si possa gustare la comunione fraterna, in cui ogni fratello custodisca il fratello così come il Signore ha custodito ognuno di noi donando la stessa vita”.