L’insicurezza nell’est del Paese, in particolare nel Nord Kivu e nell’Ituri, la crisi umanitaria e dei diritti umani in tutta la Repubblica democratica del Congo, la miseria della popolazione, i passi da fare a livello sociale, politico ed economico verso elezioni “credibili e trasparenti” nel 2023: sono i principali temi al centro del messaggio dei vescovi della Conferenza episcopale nazionale del Congo (Cenco), pubblicato al termine della riunione del consiglio permanente che si è svolto dal 22 al 25 febbraio a Kinshasa ma diffuso ieri. Sul fronte sanitario e sociale anche la Repubblica democratica del Congo è stata toccata dal Covid-10 seppure non in maniera drammatica. I vescovi si dicono però preoccupati per la “precarietà del nostro sistema sanitario” e “la negazione della realtà di buona parte dei nostri connazionali, con l’allentamento pressoché generale dell’osservazione delle misure di distanziamento fortemente raccomandate dalle autorità sanitarie”. Parere positivo viene espresso a proposito della riapertura di scuole e università, con lezioni in presenza dal 22 febbraio scorso. Puntano però il dito contro i bassi stipendi degli insegnanti e l’inadeguatezza delle infrastrutture scolastiche che minacciano la qualità dell’insegnamento. A questo proposito ricordano che la Chiesa cattolica “assicura educazione gratuita nel 98,8% delle sue scuole” ed è “disponibile a collaborare con lo Stato congolese per una sana gestione dell’educazione e per il consolidamento e la sostenibilità dell’educazione di base gratuita”. A conclusione del messaggio i vescovi rivolgono una serie di appelli alla popolazione congolese e al governo, tra cui la richiesta di svolgere elezioni “credibili, trasparenti e pacifiche” nella data prevista, ossia il 2023. Un appunto non gradito, visto che oggi nella pagina Facebook ufficiale della presidenza della Repubblica democratica del Congo replicano polemicamente ai vescovi che “la questione dell’organizzazione delle elezioni è di dominio esclusivo della Commissione elettorale indipendente” e “l’intromissione in temi che non sono di loro competenza, è semplicemente sbalorditiva”.