Parità di genere: Borzì (Acli Roma), “lavoro, welfare e uguaglianza nelle opportunità sono i tre pilastri”

“Lo sguardo femminile permette una narrazione diversa, che fa vedere cose nuove, o vedere in altro modo quelle conosciute. Una narrazione, quindi, che sia la cifra di un nuovo approccio culturale”. Lo ha detto Lidia Borzì, presidente delle Acli di Roma e provincia durante il web talk “Mi vanto di essere donna – Storie di donne tra ostacoli, opportunità e proposte”. L’evento, promosso dalle Acli di Roma si è svolto ieri pomeriggio nell’ambito di “E…vento di donna” un progetto che le Acli di Roma portano avanti in rete con Us Acli Roma, Forum delle associazioni familiari del Lazio, Centro studi “Pluriversum”, Agenzia Comunicatio, Associazione culturale “Punto & Virgola” e “Libera Mondo” grazie al sostegno del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri. “con l’obiettivo di contrastare le discriminazioni di genere e la violenza sulle donne tramite azioni di sensibilizzazione che puntino al cambiamento socio-culturale”, si legge in un comunicato appena diffuso.
“Tre – ha aggiunto Borzì – i fili trainanti per un pieno e necessario riconoscimento delle donne a tutto tondo: il primo è senza dubbio il lavoro dignitoso, quello che dà tutele e diritti, in termini di sicurezza, salute, retribuzione equa. E per la donna in particolare significa non solo autonomia, ma riconoscimento della propria dignità”. Il secondo, “strettamente collegato al primo, è il welfare: c’è urgenza e necessità di un welfare generativo e sartoriale che accompagni, promuova e moltiplichi le opportunità delle donne, non costringendole a scegliere tra famiglia e lavoro”. Infine “l’uguaglianza nelle opportunità, ovvero la necessità di una virtuosa competizione, nel segno della meritocrazia, che non consideri le donne una specie da proteggere, ma neanche le penalizzi, come spesso accade”. No, quindi, alle “quote rosa” e sì alle “quote di merito”, ovvero “essere giudicati per quello che effettivamente una persona vale, in termini professionali e relazionali, indipendentemente dal sesso di appartenenza”.

 

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