“C’è bisogno di padri come San Giuseppe, che con coraggio creativo si inventano qualcosa”. Lo scrive mons. Livio Corazza, vescovo di Forlì-Bertinoro, nell’editoriale del settimanale d’informazione diocesano “Il momento”. Nel richiamare la lettera apostolica di Papa Francesco su san Giuseppe, pubblicata in occasione del 150° anniversario della proclamazione del Santo a patrono della Chiesa universale, il presule si sofferma sulle qualità dello Sposo di Maria e ricorda che “davanti ad un problema o ad un ostacolo ci si può fermare e abbandonare il campo, oppure ingegnarsi in qualche modo. A volte, sono proprio le difficoltà che tirano fuori da ciascuno di noi risorse che nemmeno credevamo di avere”. E in un tempo come questo, annota Corazza, “c’è bisogno di padri come San Giuseppe, che con coraggio creativo si inventano qualcosa”. Il vescovo richiama anche “altri modelli di coraggio creativo”, come Dante Alighieri che “in esilio, tira fuori dalla sua conoscenza e competenza delle Sacre Scritture e dal suo desiderio di incontrare Dio, un capolavoro come la Divina Commedia” o Luca Attanasio, l’ambasciatore italiano ucciso in Congo insieme con il carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista congolese, che “aveva interpretato il suo ruolo di ambasciatore favorendo gli aiuti ai poveri”. Ma anche medici e infermieri, “che nella paura e nelle difficoltà non si sono arresi, ma hanno dato il meglio di sé”. E infine ancora san San Giuseppe, che nel momento della fuga da Nazareth con Maria e il bambino Gesù, “ha dovuto inventarsi una nuova vita con coraggio e creatività, senza perdersi d’animo”. Per questo, conclude, “penso che sarebbe bello conoscere e divulgare il bene che c’è anche in questo tempo di pandemia. È una nuova forma di resistenza; il contrario sarebbe la resa al male, ma questo non sarebbe né umano né, soprattutto, cristiano”.