Coronavirus Covid-19: Milano (Save the Children), “le regioni con più dispersione già prima della pandemia hanno assicurato il minor tempo scuola in presenza”

“Sappiamo bene quanto le diseguaglianze territoriali abbiano condizionato in Italia, già prima della pandemia, la povertà educativa dei bambini, delle bambine e dei ragazzi, a causa di gravi divari nella offerta di servizi per la prima infanzia, tempo pieno, mense, servizi educativi extrascolastici”. Lo ha dichiarato Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, in occasione della diffusione dei dati circa la frequenza scolastica in presenza nell’anno segnato dal Covid-19. “Ora anche il numero di giorni in cui le scuole, dall’infanzia alle superiori, hanno garantito l’apertura nel corso della seconda ondata Covid mostra una fotografia dell’Italia fortemente diseguale – ha evidenziato Milano – e rivela come proprio alcune tra le regioni particolarmente colpite dalla dispersione scolastica già prima della pandemia siano quelle in cui si è assicurato il minor tempo scuola in presenza per i bambini e i ragazzi. Il rischio è dunque quello di un ulteriore ampliamento delle diseguaglianze educative”.
Secondo la direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, “questi dati non possono lasciare indifferenti. Anche alla luce dei nuovi sviluppi della pandemia, occorre mettere la scuola concretamente al primo posto, facendo ogni possibile sforzo per assicurare la prevenzione e la tutela della salute per gli studenti e il personale scolastico e mantenere le scuole aperte in sicurezza, ricorrendo alla didattica a distanza solo nei casi di acclarata impossibilità di proseguire le lezioni in aula”. Allo stesso tempo, “è necessario predisporre programmi e risorse che sin da subito e nel medio e lungo periodo – compreso il periodo estivo – consentano ai bambini e ai ragazzi dei contesti più deprivati che hanno subìto più a lungo periodo la lontananza dalla scuola e le maggiori difficoltà nella didattica a distanza di poter superare questo gap di apprendimento e di socialità. La scuola non può essere lasciata da sola di fronte a questa sfida ed è essenziale il coinvolgimento di tutte le risorse civiche e associative dei territori, con lo sviluppo dei patti educativi di comunità. Nel momento in cui tutte le categorie del Paese denunciano, comprensibilmente, la perdita di fatturato economico del proprio settore, occorre prestare attenzione ad una perdita meno visibile nell’immediato, ma estremamente grave per il futuro di intere generazioni”.
Un quadro confermato dal vissuto e dalle emozioni provate nell’anno trascorso dalle ragazze e ragazzi beneficiari del progetto “Fuoriclasse” di Save the Children per il contrasto della dispersione scolastica, raccolte in un video diffuso oggi dall’organizzazione.

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