(da New York) “Sono in lutto con le famiglie e le comunità colpite dall’omicidio di otto persone ad Atlanta. Dobbiamo sostenere tutte le vittime di violenza e essere solidali con i più vulnerabili nelle nostre comunità”. L’arcivescovo di Atlanta Gregory J. Hartmayer ha affidato ad una dichiarazione ufficiale il suo dolore per gli omicidi perpetrati nella sua diocesi lo scorso 16 gennaio per mano di Robert Aaron Long, un giovane bianco che ha preso di mira tre sale massaggi nella periferia della capitale della Georgia, uccidendo 8 persone, tra cui sei donne di origine asiatica. Long ha imputato il suo gesto ad una “dipendenza dal sesso” e alla decisione di volerne eliminare la causa con un’arma da fuoco. L’esecuzione ha però assunto immediatamente i connotati di un crimine a sfondo razziale. Mons. Hartmayer, consapevole che violenze di questo tipo “possono portare più violenza”, invita i suoi concittadini a confidare nel lavoro delle autorità, consapevole che nell’ultimo anno, molti membri della comunità asiatica sono stati oggetto di discorsi e di azioni discriminatorie. “Abbiamo fratelli e sorelle in Cristo che sopportano la discriminazione, l’aggressione e la violenza ogni giorno della loro vita e stanotte, molti di loro potrebbero chiedersi se saranno al sicuro”, scrive il vescovo chiedendo ai cristiani di lavorare per “proteggere l’intera comunità”, sia denunciando e condannando il razzismo con le parole, ma ancor più agendo concretamente. “Lo Spirito Santo ci ispiri ad essere una comunità di pace, inclusione e giustizia”, conclude il vescovo. Oggi il presidente Joe Biden e il vicepresidente Kamala Harris, in visita ad Atlanta incontreranno i leaders della comunità asiatica americana. Ieri in tutto il Paese è stato ordinato di issare le bandiere a mezz’asta in tutti gli edifici pubblici in segno di lutto per le vittime di Atlanta.