La vocazione di San Giuseppe, il suo silenzio e la sua perseveranza, il suo essere sempre aperto ai segni di Dio e “disponibile al suo progetto, e non tanto al suo”, sono una testimonianza viva che ci incoraggia “ad essere, come lui, custodi della vita che ci è stata affidata: quella delle nostre famiglie, quella dei nostri fratelli e sorelle più bisognosi, quella del Creato”. Tale testimonianza, inoltre, ci insegna “a essere Chiesa in uscita, itinerante, per meglio adempiere i disegni di Dio”. È quanto afferma, in un videomessaggio in occasione della festa di San Giuseppe, il presidente del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam), mons. Miguel Cabrejos. Per intercessione di san Giuseppe, il Celam esprime il desiderio di “essere fedele a questa chiamata, come Chiesa in uscita, serva dei poveri, impegnata nelle periferie geografiche ed esistenziali dei nostri fratelli e sorelle del nostro continente”.
San Giuseppe, uomo giusto, “è rimasto nell’anonimato, nella semplicità, come tanti nostri fratelli e sorelle che in questi tempi difficili di pandemia danno la vita per gli altri”, ha aggiunto mons. Cabrejos, incoraggiando il popolo di Dio a seguire l’esempio di questo grande santo e a chiedere la sua intercessione “perché ci conceda la grazia delle grazie: la conversione permanente”, come ha proposto Papa Francesco nella sua lettera apostolica Patris Corde”.