“Siamo sempre alla ricerca di modelli di comportamento. Abbiamo bisogno di persone da cui lasciarci ispirare. Questo vale sia per i credenti che per i non credenti”, ma “il culto dei santi è completamente diverso perché un santo non attira mai l’attenzione su di sé se non per condurci a Dio”. Così il cardinale di Stoccolma, Anders Arborelius, oggi, nell’omelia della messa per la festa di San Giuseppe e l’apertura dell’anno della famiglia. “San Giuseppe è un tipico esempio di un santo nascosto”, che “ha vissuto principalmente nell’ombra”. “Cosa rende Giuseppe così importante ai nostri giorni?”, ha poi riflettuto il cardinale; diverse le ragioni: Giuseppe è “un credente che in tutta semplicità cerca di seguire la volontà di Dio”. “Questa obbedienza nella fede può essere difficile per noi da acquisire, perché siamo cresciuti in un clima più individualista, abituati a fare quello che vogliamo, a seguire i nostri capricci”. E poi ancora: “Il ruolo di Giuseppe nella Sacra Famiglia era servire, proteggere, prendersi cura di coloro che amava”. Ogni relazione umana, ogni autorità nella Chiesa come nella società “deve preservare questo accento di servizio”, altrimenti si “cade facilmente in errori o abusi”. Anche la diocesi Stoccolma “ha iniziato a lavorare per attirare l’attenzione sull’Anno della famiglia attraverso una serie di attività”, dice una nota sul sito della diocesi. Tra le iniziative, corsi online per coppie sposate e genitori, proposte dal Catholic Educational Board.