Dopo mesi di dibattiti, è stato presentato ieri un rapporto di 800 pagine sulla situazione degli abusi nell’arcidiocesi di Colonia. L’avvocato penalista Björn Gercke ha affermato, durante una conferenza stampa, che si tratta del primo rapporto di questo tipo in cui anche i nomi dei responsabili sono stati riportati senza omissis. Immediatamente dopo la presentazione del rapporto, l’arcivescovo di Colonia, il card. Rainer Maria Woelki, ha “sollevato con effetto immediato dalle loro funzioni” il vescovo ausiliare ed ex vicario generale dell’arcidiocesi, mons. Dominikus Schwaderlapp, e l’avvocato capitolare, mons. Günter Assenmacher: sono risultati inadempienti ai propri doveri di controllo e denuncia di autori di abusi in almeno 5 casi. Secondo il documento, lo stesso Woelki non è stato ritenuto colpevole di alcuna violazione nei suoi doveri canonici di denuncia. Secondo il rapporto, i sacerdoti colpevoli non son stati puniti e le vittime non son state ascoltate e protette. “Questo è un insabbiamento”, ha detto il card. Woelki dopo la presentazione del rapporto. I massimi funzionari preposti, infatti, non avevano denunciato i fatti a Roma e apparentemente avevano impedito il procedimento, senza sanzionare e ritardando le eventuali indagini. Woelki ha evidenziato che la presentazione del rapporto è un atto “per scoprire cosa è accaduto” e “per chiarire gli insabbiamenti e nominare i responsabili”. Nella rapporto gli ultimi arcivescovi Joseph Höffner (1906-1987) e Joachim Meisner (1933-2017) risultano autori di numerose violazioni dei doveri nel trattare casi di abuso. Un terzo di tutte le violazioni dei doveri è riconducibile a Meisner.
La presentazione del rapporto sugli abusi sessuali all’interno dell’arcidiocesi di Colonia, realizzato dallo studio legale penalista Gercke e Wollschläger, ha evidenziato che l’indagine riguarda anche l’attuale arcivescovo di Amburgo, mons. Stefan Hesse e l’ex vicario generale di Colonia, mons. Norbert Feldhoff. L’indagine si basava sulla violazione di 5 gruppi di doveri: fornire informazioni; denunciare e informare; sanzionare; prevenire; prendersi cura delle vittime. Su 202 persone indagate, il 63% sono sacerdoti, il 33% laici e il 4% di varie istituzioni. La maggior parte delle 314 vittime sono maschi (57%). Il 55 per cento degli abusati aveva fino a 14 anni. Le vittime adulte sono risultate lo 0,3 per cento delle persone colpite. “Desideravo vivere questo giorno e allo stesso tempo lo temevo come nient’altro”, ha detto il card. Woelki, evidenziando che le violazioni dei doveri canonici si sono verificate solo in casi di chierici, ma non tra i laici. “Questo la dice lunga, mi vergogno profondamente, perché sono convinto che l’azione debba avere conseguenze per i chierici”, ha affermato il porporato. Gli atti analizzati nel rapporto sono in gran parte di natura sessuale: 31,8% di abuso sessuale, 16,9% di violazione della relazione a distanza, 15,3% di abusi sessuali gravi, 5,7% di reciproca cattiva condotta sessuale e altri con “rapporti sessuali non chiari” e il 15% dichiarazioni non specificate con “riferimenti sessuali”. Il 9,6% dei casi riguardava violazioni verbali. Un quarto delle aggressioni è avvenuto durante incontri privati, il resto è stato distribuito in vari campi di attività della chiesa, come la scuola e le attività giovanili.