“Lei prese parte alla lotta di Cristo nella fase verde della sua esistenza all’interno di luoghi di speciale osservazione quali sono le nunziature. Una stagione diversa seguì a quella, quando – come mi disse – ormai avanti negli anni veniva caricato di una grande diocesi come Palermo”. Lo ha ricordato il vescovo di Acireale, mons. Antonino Raspanti, nell’omelia della messa che ha celebrato, ieri, in occasione del 60° anniversario di sacerdozio del card. Paolo Romeo. “La vidi accostarsi fiducioso ma pensieroso a quel compito – ha riferito il presule, riferendosi al periodo in cui era preside della Facoltà Teologica di Sicilia, a Palermo -; la osservavo con curiosità e attenzione, constatando come lentamente ma assiduamente e con competenza lei affrontava ed esaminava ogni ‘dossier’, diceva lei, abituato così da decenni, tirando fuori e compilando meticolosamente carpette piene di fogli”.
Nell’omelia, mons. Raspanti ha poi ricordato “tutti i tentativi di creare comunione” da parte del cardinale, “il compito che sente suo e in certi momenti anche il suo grande cruccio, evitando di inasprire le posizioni”. “E adesso, da alcuni anni, vederla in mezzo a noi, quasi tornato prete nel nostro presbiterio, ad accompagnare con occhio affettuoso tanti di noi, a condividere i diversi momenti di preghiera o di convivialità della nostra piccola diocesi – ha aggiunto il vescovo -. Mostrandoci questa sua umanità semplice, direi che la tenerezza adesso la fa sorgere in noi, diventando, forse senza accorgersene, buona pasta che unisce”.