Coronavirus Covid-19: Progetto Policoro Calabria, una ricerca sul cammino “nel tempo del lockdown”

“La Calabria in cammino nel tempo del lockdown: la ricerca di nuovi scenari condivisi per ricostruire legami di comunità e abitare la crisi con responsabilità”. Questo il titolo di una ricerca realizzata dal Progetto Policoro e dalla Commissione per i problemi sociali e il lavoro della Conferenza episcopale calabrese. L’inchiesta, che verrà presentata questa mattina (ore 11,30), con diretta sulla pagina Facebook del Progetto Policoro Calabria, alla presenza del direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei, don Bruno Bignami, è stata svolta “mediante la tecnica del focus group e il metodo di rilevazione dell’intervista strutturata”. Il fine è “indagare l’impatto della crisi pandemica e della diffusione del Covid-19 nel tessuto economico, culturale e sociale della comunità calabrese, con particolare riferimento alle giovani generazioni”. Come riporta una nota stampa, “l’obiettivo della ricerca è stato analizzare gli effetti della crisi pandemica cercando di individuare strategie, soluzioni e metodi di lavoro futuri per migliorare la vita dei cittadini calabresi”. Secondo gli intervistati il periodo di lockdown ha determinato “un senso iniziale di spaesamento” e “trasformato il modo di vivere le relazioni interpersonali”, ma ciò “non ha impedito alle persone di trovare degli spazi per la crescita personale”. Secondo molti intervistati, la pandemia “ha facilitato una riscoperta delle relazioni familiari e offerto maggiori possibilità di introspezione e valorizzazione delle proprie passioni”. La nota evidenzia che, secondo gli intervistati, “l’aumento esponenziale nell’utilizzo delle nuove tecnologie ha generato una frammentazione e un impoverimento delle relazioni sociali”. Per quanto riguarda invece l’ambito economico e lavorativo “viene rilevato come il peggioramento delle condizioni lavorative abbia riguardato soprattutto il livello nazionale”, mentre “la Calabria non ha subito deterioramenti significativi, in quanto già aggravata da incertezze pregresse e problematicità ataviche”. Gli intervistati – prosegue la nota – hanno la “convinzione che la crisi pandemica possa offrire alla Calabria anche delle opportunità, individuate ad esempio in pratiche emergenti come il south working, che devono essere interpretate e guidate proprio dai giovani”.

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