In una lunga lettera alla diocesi, l’arcivescovo di Adelaide, mons. Patrick O’Regan, chiede ai fedeli cattolici di contattare il loro parlamentare locale e i membri della Camera alta per impedire l’approvazione del disegno di legge “Voluntary Assisted Dying Bill”, attualmente in discussione al Parlamento della Camera alta dello Stato per legalizzare di fatto l’eutanasia o suicidio assistito. “I fautori del disegno di legge – scrive l’arcivescovo – lo chiamano ‘morire con dignità’, ma non c’è dignità nel permettere o aiutare qualcuno ad uccidersi. Nessuno vuole vedere le persone soffrire inutilmente in qualsiasi momento, soprattutto alla fine della vita, ma un modo compassionevole per raggiungere questo obiettivo è attraverso cure palliative di alta qualità e dotate di risorse adeguate”. “Il suicidio assistito mina il principio fondamentale dell’uguale valore di tutti gli individui umani, sancendo legalmente l’idea che alcune vite umane non valgono la pena di essere vissute”. Il disegno di legge pertanto “sancisce legalmente l’idea che queste vite non degne di essere vissute possono essere direttamente e intenzionalmente terminate con l’aiuto e la ‘benedizione’ dello Stato”. “Vorrei essere chiaro sulla posizione della Chiesa sulle scelte di fine vita”, scrive ancora mons. O’Regan. “Ciò a cui ci opponiamo è la legalizzazione di qualsiasi azione diretta e specificamente intesa a provocare la morte di una persona”. E “non ci opponiamo alla fornitura intenzionale e appropriata di farmaci mirati ad alleviare sintomi di dolore e sofferenza”. “L’importanza di accompagnare i malati (nella mente, nel corpo o nello spirito) in tutte le fasi della loro malattia, in particolare nelle fasi critiche e terminali della vita, è centrale per la nostra fede cattolica. Come Papa Francesco ha detto, l’eutanasia è ‘scartare il paziente’ e ‘falsa compassione’”. L’arcivescovo chiede pertanto il respingimento del disegno di legge, il mantenimento delle leggi attuali e il miglioramento delle cure di fine vita per fare del South Australia una “comunità basata sulla libertà umana e la dignità umana”.