“In questo momento storico, la gestione responsabile delle risorse naturali, e in particolare dell’acqua, può aiutare a prevenire disastri ambientali e sociali, rafforzare la resilienza dei sistemi alimentari e idrici, ridurre gli effetti della pandemia sulla povertà mondiale e sulla insicurezza alimentare”. Per questo il sesto obiettivo dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile (ossia quello di garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie) deve essere una “priorità nell’agenda politica nella prospettiva di un mondo post pandemia inclusivo e sostenibile”. Così il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, intervenuto ieri all’incontro sull’acqua convocato dal presidente dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
“Viviamo in un tempo in cui il nostro futuro e il nostro benessere sono a rischio, con l’emergere di nuove diseguaglianze e vulnerabilità: l’acqua pro capite disponibile va diminuendo a causa dell’incremento della popolazione e della crescita della domanda di acqua da alcuni settori produttivi, come l’agricoltura, l’industria e l’energia”, ha spiegato Cingolani nel corso dell’incontro “Urgent action on water for 2030 and a sustainable and resilient recovery from the covid-19 pandemic”. “Allo stesso tempo – ha proseguito – sempre più aree del Pianeta sono colpite da carenza idrica, desertificazione e dagli effetti negativi del cambiamento climatico”.
“L’acqua è un assetto vitale per tutti gli esseri umani e un elemento centrale in tutte le culture – ha affermato il ministro -. Come dichiarato nel 2010 dalla Assemblea generale, quello all’acqua potabile e sicura e alle strutture igienico sanitarie è un diritto umano essenziale al pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani. In questa prospettiva, il sesto Goal dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è un risultato fondamentale. L’Italia sta supportando da tempo i Paesi in via di sviluppo per consentire loro di implementare tale risultato. Promuoviamo una inclusiva e integrata gestione delle risorse idriche come fattore chiave per lo sviluppo sostenibile, il benessere e la prevenzione dei conflitti. Abbiamo inoltre offerto in nostro supporto per favorire la partecipazione delle comunità locali nella gestione dell’acqua nelle aree rurali, promuovendo l’irrigazione efficiente in agricoltura”.
“L’Italia – ha continuato Cingolani – sta lavorando molto per migliorare la sua gestione delle risorse idriche, per sviluppare nuove tecnologie e, attraverso la legislazione europea, per sviluppare un approccio olistico e una nuova governance in grado di armonizzare i vari bisogni collegati all’acqua, vale a dire quelli derivanti dai settori agricolo, urbano e industriale con quelli dell’inquinamento, del clima e della protezione della biodiversità. Questo approccio è fondamentale se vogliamo perseguire una inclusiva transizione ecologica”.