Con riferimento alla collocazione geografica dei domini di “primo livello” attraverso i quali viene veicolato il materiale pedopornografico, l’edizione 2020 del report dell’associazione Meter presentato oggi in un webinar indica al primo posto la Nuova Zelanda (453 segnalazioni, dominio .nz); a seguire Grenada (353, dominio .gd), Montenegro (241, dominio .me). Fra i nuovi trend della rete, il fenomeno “Pedomama” identifica l’abuso sessuale femminile perpetrato da madri ai danni del proprio figlio minore. Meter ha segnalato nel 2020 ben 2.652 video e foto contenuti in cartelle denominate pedomam, familypedo, mamborn, che ritraggono le madri che abusano dei loro figli.
Il report denuncia inoltre come il deep web e il dark web (la parte nascosta di internet) siano uno spazio libero in cui le associazioni a delinquere di tutto il mondo espandono i loro traffici; free zone incontrollabili che non vengono indicizzate dai motori di ricerca. Il dark web, spiega il documento, “si compone di pagine con un dominio .onion. Il software più conosciuto per accedere al dark web è Tor e si presenta come un browser, scaricabile gratuitamente”, strumento usato per proteggere la propria identità che può essere resa mutevole ad ogni clic. “I numeri presenti in queste pagine – denuncia il report – non sono dati statistici, calcoli astratti, ma segnalazioni in cui dietro ad ogni immagine o video c’è un bambino. Quanti hanno responsabilità di vigilanza e di giustizia si attivino affinché non rimanga il silenzio su ciò che accade giornalmente sul web”.