“Denunciamo pubblicamente l’attuale situazione di violenza, insicurezza e anarchia generale che hanno trasformato il Paese e soprattutto la sua capitale Port-au-Prince in un luogo dove la vita sta diventando impossibile”. Lo scrive la Conferenza latinoamericana dei religiosi e delle religiose (Clar), intervenendo sull’insostenibile situazione sociale e politica di Haiti.
“L’orrore del rapimento generalizzato a scopo di estorsione è solo un debole esempio rispetto alla realtà a cui queste persone sono sottoposte dalle bande pesantemente armate, che in questo momento controllano minuziosamente la realtà del Paese”.
I religiosi e le religiose dell’America Latina e dei Caraibi “oggi si dichiarano dalla parte della vita, di fronte alla disperazione della popolazione, all’insicurezza dilagante, alla morte degli innocenti e soprattutto alla realtà dei più poveri, la cui dignità è lacerata da ogni punto di vista. La confusione generalizzata è resa più grave dalla realtà di vivere in un territorio geografico senza uno Stato reale, senza legge, senza giustizia e con un’economia fallita, come è manifestato dall’insufficienza alimentare della maggioranza delle fasce povere della popolazione. L’assenza di un vero governo è testimoniata anche dal crimine di Stato, che soffoca la speranza di individui e comunità”.
La Clar rivolge, dunque, “un appello urgente all’Onu, all’Osa (Organizzazione Stati americani) e alla Corte interamericana dei diritti umani affinché utilizzino tutti i mezzi diplomatici e legali a loro disposizione per aiutare il popolo haitiano a uscire da questo imbroglio legale, diplomatico, economico e politico in cui si è immersi. Non si capisce come il presidente Jovenal Moise, che avrebbe dovuto lasciare il potere il 7 febbraio 2021, secondo ciò che prevedono la Costituzione e il principio democratico della transizione politica pacifica, insista a rimanere a capo del Governo, ricorrendo a manovre illegali e di fronte alla passività e all’ottusità dell’opposizione”.
Prosegue l’appello: “Chiediamo alle Conferenze nazionali di religiosi e religiose nel Continente e nei Caraibi e alle congregazioni religiose che hanno incidenza politica sulle Nazioni Unite”, perché accreditate come componenti della Coalizione dei religiosi per la giustizia (Jcor), a “fare pressione sui Governi del Continente e del mondo per fermare l’indifferenza e l’apatia di fronte alla crisi umanitaria, giuridica e politica che sta attraversando il popolo haitiano”.