Giornata memoria vittime Covid-19: Patriarca (Anla), la pandemia “ha svelato le fragilità”. “Rimuovere gli ostacoli per un’autentica uguaglianza tra i cittadini”

“Ieri abbiamo ricordato i 160 anni dell’unità d’Italia, oggi e per i prossimi anni, il 18 marzo ricorderemo le centomila e più vittime provocate dalla pandemia. È stata decimata un’intera generazione di persone per lo più anziane, come abbiamo scritto più volte, depositarie della memoria del Paese, la generazione artefice della ricostruzione e del miracolo economico degli anni ’60”. Lo ricorda Edoardo Patriarca, presidente nazionale dell’Anla, oggi, in occasione della Giornata in memoria delle vittime del Covid-19.
“Ricorderemo le persone decedute, Anla sarà pronta all’appuntamento 2022”, prosegue il suo presidente, evidenziando che “la memoria va onorata non solo con un rito ben preparato, curato nella sua bellezza e intensità; va amata coltivando i pensieri al futuro che essa racchiude e porta con sé, carica di quel passaggio così cruento che si vuole ricordare. Lo hanno scritto in tanti in questo anno ‘quaresimale’: la sofferenza e il dolore, l’emergenza economica e sociale, talvolta la rabbia e il risentimento hanno svelato le verità su noi stessi e sulle nostre comunità, le fragilità delle politiche praticate in questi decenni che non hanno affrontato i nodi che andavano sciolti per rendere praticato e vissuto quell’articolo 3 della nostra Costituzione, a noi tutti molto caro, che impone alla Repubblica la rimozione degli ostacoli per un’autentica uguaglianza tra i cittadini”.
La memoria delle centomila vittime “dovrà rammentare a noi tutti che la prima uguaglianza da garantire è il diritto all’istruzione e alla formazione delle giovani generazioni. Questo diritto non può essere consegnato alla mercé di una pandemia o emergenza; gli asili nido, le scuole materne e di ogni grado vanno ripensate in qualità e solidità, un sistema resiliente che non chiude mai. Occorreranno più risorse, personale formato alle nuove sfide pedagogiche, patti educativi che coinvolgano tutte le realtà di un territorio”.
La memoria, prosegue Patriarca, “ci ricorderà che il principio di uguaglianza si fonda sul diritto alla vita, alla vita buona, in salute per quanto possibile. I tagli alla sanità, i divari territoriali, l’ospedalizzazione e l’abbandono dei presidi territoriali hanno tragicamente evidenziato le falle di un sistema sanitario che pensavamo il più bello del mondo”.
Ancora: “La memoria ci riproporrà la riforma delle nostre istituzioni troppo farraginose, una architettura confusa nei rapporti tra stato centrale e regioni, tra governo e parlamento, tra elettori ed eletti. In questo anno di pandemia più che a una orchestra di suoni, come avremmo desiderato, abbiamo assistito ad una cacofonia insopportabile e stonata. Garantire l’uguaglianza dei cittadini è costruire una democrazia partecipata e informata”.
“Non da ultimo la memoria riscalderà i nostri cuori rinnovando la nostra promessa ai ‘doveri di solidarietà’ senza i quali non vi sono diritti garantiti e esigibili. Una Repubblica fondata sui diritti, una Repubblica fondata sui doveri di cittadinanza”, conclude.

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