“L’epidemia da Covid-19 ha mostrato come siano i soggetti più vulnerabili a essere colpiti maggiormente dalla mancanza di risorse materiali e organizzative durante una crisi. Piani di preparazione generali non possono prescindere dall’individuazione di strumenti e strategie adeguate a garantire la tutela di tutti gli individui, compresi quelli in condizione di non autosufficienza, seppure nella temporanea contingenza di un’eventuale compressione e limitazione dei diritti generata dalle circostanze emergenziali”. È quanto emerge dall’’ottavo Rapporto del Gruppo di lavoro dell’Istituto superiore di sanità (Iss) “Bioetica Covid-19”, dedicato all’“Assistenza sociosanitaria residenziale agli anziani non autosufficienti: profili bioetici e biogiuridici”. Il Gruppo di lavoro è coordinato da Carlo Petrini (direttore dell’Unità di bioetica e presidente del Comitato etico dell’Iss).
Nella prima parte del documento, dopo aver descritto il sistema nazionale di assistenza agli anziani non autosufficienti, sono presi in esame i loro diritti con riferimento al sistema giuridico italiano. Nella seconda parte del lavoro sono affrontate alcune tematiche di bioetica clinica riferibili al contesto dell’assistenza medica e infermieristica nelle strutture sanitarie residenziali. Sia le “questioni etiche quotidiane”, come il rispetto dell’autonomia, il consenso informato, l’uso di contenzione fisica e farmacologica, la gestione del dolore, la comunicazione con i familiari, sia le “grandi questioni etiche”, come le decisioni sul fine vita, assumono notevole rilevanza nel quadro generale della tutela del bene e dei diritti dei residenti. Viene quindi proposta una Carta dei diritti dell’anziano con particolare riferimento al lavoro svolto a livello europeo dall’Age Platform Europe, che ha portato alla realizzazione della “Carta europea dei diritti e delle responsabilità delle persone anziane che hanno bisogno di cure a lungo termine”.
Un paragrafo specifico è dedicato all’analisi delle principali criticità che le Rsa hanno dovuto fronteggiare nel contesto della pandemia da Sars-CoV2, sottolineando come “la tutela dei diritti e la cura delle persone debbano essere garantite in questi ‘luoghi di vita’ anche durante uno stato di emergenza, in maniera il più possibile trasparente”.
I punti di riflessione proposti nel documento non hanno la pretesa di essere esaustivi rispetto alla complessità del tema assistenziale nei confronti di una popolazione caratterizzata da una grande rivoluzione demografica. Come è stato sottolineato, a livello globale è viva “l’urgenza di una nuova attenzione alle persone anziane”.
A partire dai lavori della Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana istituita dal Ministero della Salute, la sinergia istituzionale sul tema dovrà essere ampia affinché sia “ripensata globalmente la prossimità della società verso gli anziani”.