“Dopo un anno di didattica a distanza, oltre il 40% degli studenti ha percepito un peggioramento nelle proprie attività di studio e il 65% fatica a seguire le lezioni. Il 96% durante la Dad ha chattato con i compagni, l’89% è stato sui social media, l’88% ha consumato cibo e il 39% ha cucinato”. È quanto emerge da una ricerca di Parole O_Stili e Istituto Toniolo, condotta con il supporto tecnico di Ipsos, su oltre 3.500 studenti della scuola secondaria di secondo grado e su circa 2.000 insegnanti della scuola primaria e secondaria.
Tra le mancanze più evidenti c’è la distanza “relazionale” tra i compagni di classe e tra studenti e professori: 1 su 4 ha sofferto un peggioramento del rapporto e del dialogo con l’insegnante. Oltre il 70% ha beneficiato di un rilevante supporto da parte dei familiari, che però hanno dovuto compensare una carenza di competenze tecnologiche.
“L’uso fatto a scuola degli strumenti digitali ha consentito di svolgere lezione a distanza (per il 79% il giudizio è favorevole su questa funzione), ma molto meno ha invogliato a studiare (23%) o ha consentito di apprendere in modo più efficace (35%). Molti studenti hanno però sperimentato il digitale in modo spontaneo e creativo, non solo per confrontarsi tra loro durante le lezioni, ma anche per svolgere attività autonome fuori dall’orario di lezione (per ricerche e gruppi di studio a distanza)”, si legge nella ricerca.
Infatti, “gli studenti dichiarano un incremento del tempo trascorso sui social del +73%: sul podio WhatsApp, utilizzato dal 99% degli intervistati, Instagram dal 94%, YouTube dall’86% e, infine, TikTok, utilizzato dal 66% degli intervistati. Soltanto il 17% dei genitori ha imposto limitazioni sulle ore trascorse allo smartphone, il 14% sui social il 13% sui videogiochi”.
Inoltre, gli intervistati dichiarano di aver compreso l’utilità e i vantaggi degli strumenti digitali (75%) e addirittura il 50% ha promosso con un “sufficiente” e “buono” il livello di digitalizzazione degli insegnanti, quota che sale leggermente quando valutano la capacità della scuola di fornire le infrastrutture digitali necessarie. “Il 77% in ogni caso vuole tornare in presenza continuando a utilizzare gli strumenti digitali, ma in modo più efficace per l’apprendimento”, precisa la ricerca.