“Siamo tutti chiamati a contribuire all’impegno per la verità e la giustizia, con la consapevolezza che è proprio nei momenti di maggiore difficoltà, in cui la collettività è più duramente messa alla prova, che dobbiamo mettere in campo tutte quelle energie di solidarietà e di responsabilità, che fanno del nostro stare insieme un Paese civile ed un’autentica democrazia”. Così il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, in un post pubblicato su Facebook nel 43° anniversario dalla strage di via Fani nella quale venne rapito Aldo Moro e “persero la vita gli agenti della sua scorta Francesco Zizzi, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera, Domenico Ricci e Oreste Leonardi, cinque servitori dello Stato che oggi vogliamo ricordare con profonda gratitudine”.
“Questo evento – osserva la terza carica dello Stato – scosse il Paese, già profondamente provato da una lunga e sanguinosa stagione di terrorismo ed eversione. La prigionia dello statista democristiano e il suo assassinio sembrarono sancire la sconfitta dello Stato e la sua incapacità di gestire un attacco frontale alla nostra democrazia. Ma la nostra comunità riuscì a trovare la forza per reagire e fece fronte comune per difendere i valori consacrati nella nostra Costituzione”.
Per Fico, “ricordare Aldo Moro e gli uomini della sua scorta è dunque, ancora oggi, un richiamo alle nostre responsabilità di Paese libero e democratico. E impone di perseguire la verità e la giustizia sulle vicende degli ‘anni di piombo’”.
“Le istituzioni parlamentari – prosegue il presidente della Camera – hanno risposto a questo richiamo attraverso un impegno di trasparenza, proseguendo un’azione di declassificazione e pubblicazione di tutti gli atti formati o acquisiti dalle commissioni di inchiesta, dal 2019 accessibili sul portale inchieste.camera.it”. “Tra questi – sottolinea Fico –, anche quelli della Commissione monocamerale di inchiesta sui risultati della lotta al terrorismo e le cause che hanno impedito l’individuazione dei responsabili delle stragi, attiva nel corso della IX legislatura, e di quella sul caso Moro che ha operato nella XVII, di cui lo scorso luglio abbiamo reso fruibili ulteriori duecento atti”.