“Un anno di pandemia ha cambiato il rapporto delle persone con l’informazione”. Lo evidenzia la ricerca “Patteggiare con la pandemia – Pandemic Life Balancing”, che nasce all’interno di “Opinion Leader 4 Future”, progetto triennale dell’Alta Scuola in media, comunicazione e spettacolo (Almed) di Università Cattolica, diretta da Mariagrazia Fanchi, in collaborazione con la funzione Media Relation di Gruppo Credem. Il progetto è volto ad osservare il ruolo dei leader di opinione nel panorama comunicativo ed informativo. Svolta da Almed e 2b Research & Analysis su un campione di più di 600 persone e condotta su base nazionale, l’indagine ha permesso di comprendere come si è evoluto il processo informativo durante e a seguito della pandemia.
“Il 70% del campione dichiara di aver cambiato l’atteggiamento nei confronti dell’informazione sul Covid nel corso dell’ultimo anno – si legge nella ricerca -. Il 75% del campione considera poco chiare e ridondanti le informazioni relative al contagio e al suo contenimento. Gli opinion leader rappresentano il principale accesso ai contenuti informativi, sotto forma di esperti, operatori e testimoni, ma anche istituzioni accreditate nella diffusione di dati certificati: il 43% degli intervistati si affida a dati e bollettini ufficiali sul contagio e il 31% a interviste di medici e operatori, a cui si aggiungono le testimonianze dal campo trasmesse dai social (15%)”. E ancora: “Tre cluster definiscono il rapporto con la pandemia e l’informazione: i rassegnati (34%) che si sentono messi all’angolo dalla pandemia, i disciplinati (44%) che mostrano un atteggiamento più pragmatico, i reattivi (22%) che cercano di reagire e re-interpretare la situazione attuale”. Un ulteriore dato è che “le donne si rilevano più scrupolose nel seguire le norme di prevenzione al contagio rispetto agli uomini (51% vs 45%) e il 71% di loro ha ‘trasformato l’informazione in una risorsa pratica nella gestione familiare'”.