Papa Francesco: ai filippini, “è bella e attraente una Chiesa che ama il mondo senza giudicarlo”

(Foto Vatican Media/SIR)

“È bella e attraente una Chiesa che ama il mondo senza giudicarlo e che per il mondo dona sé stessa”. Il Papa ha concluso con questo ritratto la messa celebrata ieri, nella basilica di San Pietro, in occasione dei 500 anni dell’evangelizzazione nelle Filippine. “Le donne filippine sono ‘contrabbandiere’ di fede!”, l’omaggio di Francesco: “Perché dove vanno a lavorare, lavorano, ma seminano la fede. Questa è una beata malattia! Conservatela! Portate la fede, quell’annuncio che voi avete ricevuto 500 anni fa, e che portate adesso. Voglio dirvi grazie per la gioia che portate nel mondo intero e nelle comunità cristiane. Penso, come ho detto, a tante esperienze belle nelle famiglie romane – ma è così in tutto il mondo –, dove la vostra presenza discreta e laboriosa ha saputo farsi anche testimonianza di fede. Con lo stile di Maria e di Giuseppe: Dio ama portare la gioia della fede con il servizio umile e nascosto, coraggioso e perseverante”. “E in questa ricorrenza così importante per il santo popolo di Dio nelle Filippine, voglio anche esortarvi a non smettere l’opera di evangelizzazione – che non è proselitismo, è un’altra cosa”, l’invito del Papa: “Quell’annuncio cristiano che avete ricevuto è sempre da portare agli altri; il vangelo della vicinanza di Dio chiede di esprimersi nell’amore verso i fratelli; il desiderio di Dio che nessuno vada perduto domanda alla Chiesa di prendersi cura di chi è ferito e vive ai margini”. “Se Dio ama così tanto da donarci sé stesso, anche la Chiesa ha questa missione”, ha concluso Francesco: “Non è inviata a giudicare, ma ad accogliere; non a imporre ma a seminare; la Chiesa è chiamata non a condannare ma a portare Cristo che è la salvezza. So che questo è il programma pastorale della vostra Chiesa: l’impegno missionario che coinvolge tutti e arriva a tutti. Non scoraggiatevi mai nel camminare su questa strada. Non abbiate paura di annunciare il Vangelo, di servire, di amare”.

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