Pubblicato “Parole al capolinea. Come il digitale sta cambiando identità, relazioni, religione”, il volume a cura di Giuseppe Riva, docente di Psicologia della Comunicazione e Psicologia e nuove tecnologie della comunicazione all’Università Cattolica di Milano, e don Giacomo Ruggeri, sacerdote della diocesi di Concordia-Pordenone, per le edizioni “Il Pozzo di Giacobbe”. Il libro ruota attorno a otto capitoli: comunità, corpo, potenza, scelta, fraternità, relazioni, identità, Covid.
Nell’introduzione gli autori osservano che “il 2020 verrà anche ricordato per i cambiamenti individuali e sociali che il Coronavirus ha portato con sé”. “In questi cambiamenti un ruolo centrale l’ha avuto la tecnologia digitale. Infatti, attraverso di essa, si è completato un processo di trasformazione iniziato una quindicina di anni fa con la nascita e la diffusione dei social media”. “Il coronavirus ha portato all’estremo questo processo di trasformazione – si legge -, perché per la prima volta nella storia umana, le relazioni digitali hanno di fatto sostituito le interazioni fisiche: dalla fusione tra realtà fisica e realtà digitale siamo passati alla sola realtà digitale”, in particolare durante il lockdown, dall’8 marzo al 3 maggio 2020.
Il volume segue un lungo filo rosso, che, partendo dall’impatto generato della tecnologia su ciascuna delle parole scelte, “vuole rendere evidente a tutti i lettori l’impatto dei media digitali su ciò che siamo e che facciamo”. Partendo dalla considerazione che “ormai il mondo digitale non è solo al di fuori di noi, ma è diventato parte integrante del nostro modo di essere”, gli autori chiedono ai lettore “Cosa faremmo e cosa saremmo senza il nostro cellulare?”. “Lasciamo ai lettori la risposta finale a questa domanda, con la speranza che la lettura del volume e della nostra discussione a partire dalle otto parole che abbiamo scelto possa aiutarci ad utilizzare le nuove tecnologie in modo più consapevole e maturo”.