Il “grazie” dei vescovi giapponesi a tutti coloro che nel mondo hanno aiutato il Giappone e sostenuto la ricostruzione delle aeree colpite dal triplice disastro di Fukushima. E la promessa di continuare a lavorare per la ricostruzione delle comunità locali e dare speranza alla popolazione. È quanto esprimono in un messaggio diffuso in lingua inglese nel giorno in cui si fa memoria della tragedia. Sono passati 10 anni da quando il triplice disastro di un terremoto, uno tsunami e l’esplosione di una centrale nucleare ha colpito la costa del Pacifico della regione di Tohoku, nel Giappone orientale, l’11 marzo 2011. Quasi 20.000 persone sono morte in quel disastro e, secondo le statistiche del governo dell’ottobre 2020, più di 40mila persone continuano a vivere come sfollati. “Di fronte a una distruzione inimmaginabile, molte persone da tutto il mondo, non solo dal Giappone, hanno fornito aiuto e sostegno”, scrivono i vescovi. “Esprimiamo la nostra più sincera gratitudine a voi, ai nostri fratelli e sorelle di tutto il mondo, per il vostro sostegno spirituale e finanziario per le attività di ricostruzione della Chiesa giapponese negli ultimi dieci anni. Ringraziamo in particolare tutti coloro che si sono precipitati nelle basi di volontariato e hanno partecipato a varie attività per camminare a fianco delle persone nell’area del disastro”. La Chiesa cattolica in Giappone ha da subito lavorato a fianco della popolazione colpita, istituendo un centro di assistenza alla ricostruzione nella diocesi cattolica di Sendai e, da 10 anni, le 16 diocesi del Paese sostengono in vari modi gli sforzi che si stanno facendo sul posto. “La Chiesa cattolica ha lavorato e continuerà a lavorare con le comunità colpite per creare una speranza di vita”, scrivono ancora i vescovi. “Quando la diocesi cattolica di Sendai ha preso l’iniziativa nell’assistenza alla ricostruzione, ha assunto come motto ‘Una nuova creazione’ e ha scelto di andare avanti con speranza. Le attività di assistenza della Chiesa non si concluderanno al traguardo dei 10 anni” e “la Chiesa cattolica in Giappone continuerà attraverso le sue parrocchie a contribuire alla ricostruzione delle comunità locali”. Quando Papa Francesco ha visitato il Giappone nel novembre 2019, incontrando le persone provenienti dalle zone colpite dal disastro di Tohoku, ha detto: “Nessuno si ‘ricostruisce’ da solo; nessuno può ricominciare da solo. È essenziale trovare una mano amica, una mano fraterna, in grado di aiutare a risollevare non solo la città, ma anche lo sguardo e la speranza”. “Ispirata da queste parole, la Chiesa cattolica in Giappone continuerà a camminare insieme alla gente di Tohoku come amici, fratelli e sorelle. Forniremo non solo un sostegno materiale, ma un legame di solidarietà che si diffonde in tutto il mondo e innalza il nostro orizzonte e la nostra speranza”.