(da New York) I vescovi americani hanno voluto ricordare l’anniversario della pandemia con un comunicato congiunto su “l’anno che ha cambiato radicalmente la vita nel nostro Paese”. Hanno parlato delle “sofferenze immense” e dei “disagi straordinari” che gli americani si sono trovati a vivere. L’elenco è lungo: “Malattia, morte, lutto, mancanza di cibo, alloggi instabili, perdita di lavoro e reddito, lotte per l’istruzione, separazioni, abusi, isolamento, depressione e ansia”, a cui i vescovi aggiungo le ingiustizie razziali e le divisioni politiche. I rappresentanti di tutte le Conferenze episcopali del Paese hanno elencato anche i “sacrifici” e gli “innumerevoli atti di gentilezza”, compiuti da operatori sanitari, primi soccorritori, cappellani, da chi lavora nelle mense per i poveri e nei rifugi per senzatetto. Ricordano i gesti concreti di cura offerti dai postini, dagli agricoltori e dai droghieri, come anche da sacerdoti, diaconi, religiosi, insegnanti, catechisti e laici “che hanno servito il popolo di Dio in questi tempi difficili”.
Nel loro messaggio i presuli, citando Papa Francesco, spiegano che “la pandemia ha ravvivato il nostro essere comunità globale, la nostra interconnessione, la nostra dipendenza da Dio ma anche che ognuno è custode dell’altro”. In questo spirito, i vescovi auspicano “strutture sociali che guariscano dalle fratture, dalle divisioni, dall’isolamento sperimentato in questo tempo” e lanciano un appello perché “le nazioni ricche e le aziende farmaceutiche collaborino per rendere i vaccini universalmente disponibili, non lasciando indietro nessuna persona e nessuna nazione”. I vescovi approfittano anche del tempo quaresimale per richiamare i cattolici alla partecipazione ai sacramenti “fisicamente e in sicurezza”: la pandemia ha praticamente dimezzato la presenza nelle chiese e riportarvi i fedeli si sta rivelando difficile. Dopo la polemica scoppiata sui vaccini e la produzione con linee cellulari provenienti da aborti, molti vescovi stanno scrivendo lettere ufficiali e dichiarazioni ai fedeli per rassicurarli sulla necessità di essere vaccinati nel rispetto della scienza e anche della fede e molti di loro condividono anche le esperienze dirette sul ricevere i vaccini autorizzati dall’agenzia del farmaco americana.