Coronavirus Covid-19: oggi rientro in Italia di don Mazzotta, sacerdote leccese da 3 anni fidei donum in Moldavia. Mons. Seccia, “preghiamo per lui”

Atterrerà nel tardo pomeriggio di oggi a Brindisi il volo speciale in aereo attrezzato Covid che riporterà don Massimiliano Mazzotta, sacerdote leccese, missionario fidei donum da tre anni in Moldavia. “Don Massimiliano, risultato positivo nei giorni scorsi al tampone molecolare, ha accusato sin da subito i sintomi peggiori del contagio: febbre alta e difficoltà respiratorie. Determinante è stato l’interessamento della Fondazione Regina Pacis che da un ventennio circa opera nel piccolo Paese dell’est europeo accanto e con i poveri e di don Cesare Lodeserto, l’altro sacerdote leccese missionario, da diversi anni a Chisinau, la capitale – ora anche vicario generale della diocesi cattolica – per far sì che in pochi giorni si potesse effettuare il trasferimento nel Salento”, si legge su “Portalecce”.
Dopo essersi messo in contatto con il Governo italiano e con la Protezione civile, “don Cesare ha organizzato il volo che oggi riporterà don Massimiliano in Italia: atterrato all’aeroporto del Salento ci sarà un’ambulanza attrezzata Covid (fondamentale anche l’impegno del direttore generale della Asl di Lecce, Rodolfo Rollo) che trasferirà don Massimiliano al Dea di Lecce dove riceverà le cure necessarie perché possa riacquistare al più presto le forze e la salute. Decisiva affinché le operazioni di trasferimento andassero in porto la fattiva collaborazione tra le diverse istituzioni competenti”.
L’arcivescovo Michele Seccia, informato già nei giorni scorsi delle precarie condizioni di salute di don Massimiliano, ha raccomandato a don Cesare la vicinanza al confratello e ha chiesto ai sacerdoti e ora, anche alla comunità diocesana, preghiere per don Massimiliano che “vive questo momento difficile per essere stato fino ad oggi, come don Cesare, in prima linea nella lotta all’altra ‘pandemia’, quella della povertà, che in Moldavia è purtroppo un dramma che tocca molte famiglie e moltissime persone”.
“La prova che don Massimiliano sta attraversando – ha concluso mons. Seccia – sia per tutti noi uno stimolo in più a non abbassare la guardia e ad usare tutte le precauzioni possibili per evitare il contagio. Alziamo tutti le braccia al Signore e, approfittando delle ‘24 ore per il Signore’, invochiamo il suo aiuto perché don Massimiliano possa tornare presto a vivere il suo sacerdozio di servizio in spirito di donazione totale e con la generosità evangelica che lo ha sempre contraddistinto”.

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