“Passo importante nel nostro sforzo comune per colmare il divario tra l’Ue e la nostra popolazione che vive in regioni, città e villaggi”: Apostolos Tzitzikostas, presidente del Comitato europeo delle regioni (Cdr) definisce così la partenza della Conferenza sul futuro dell’Europa formalmente avvenuta ieri, 10 marzo, con la firma da parte dei leader delle istituzioni europee della “Dichiarazione congiunta”. Tzitzikostas si dice “pronto” a sottoscriverla a nome dei leader eletti a livello locale e regionale e “ad unire le forze”. Positivo è il “chiaro riferimento” contenuto nella Dichiarazione al “coinvolgimento dei Parlamenti regionali e delle autorità locali, nonché del nostro Cdr” nel processo della Conferenza. Da parte sua, il Cdr si mobiliterà per “garantire che la Conferenza vada ben oltre le capitali europee e raggiunga ogni angolo dell’Unione”. Per Tzitzikostas l’obiettivo deve essere “di impegnarci onestamente con le persone, in particolare con i giovani” che “desiderano condividere le loro opinioni” su come la democrazia “funziona sul terreno” e affronta le sfide del XXI secolo. È “solo un secondo passo” l’esame di come “modernizzare e rafforzare l’architettura democratica dell’Ue”. Che la Conferenza “non sia un concorso di bellezza tra le istituzioni di Bruxelles” o un “esercizio cosmetico basato su un approccio dall’alto verso il basso”, l’auspicio del presidente del Cdr, ma “una riflessione onesta attraverso un profondo processo di democratizzazione che alla fine avvicini l’Ue ai cittadini”. “Dobbiamo rafforzare la nostra Casa comune della democrazia europea”, conclude Tzitzikostas per “rispondere ai bisogni reali delle persone”.