Sono state decise ieri un insieme comune di regole e metodi per monitorare i cambiamenti negli ecosistemi e nei loro servizi; questa “contabilità del capitale naturale” sarà utile anche per la pianificazione economica nazionale e nel processo decisionale politico. La decisione porta la firma delle Nazioni unite, sostenuta dalla Commissione europea e dall’Agenzia europea dell’ambiente, con il contributo di scienziati, statistici e responsabili politici. “Il nuovo quadro va oltre la statistica comunemente utilizzata del prodotto interno lordo (pil)”, spiega una nota da Bruxelles, “e garantisce che i conti del capitale naturale – i contributi delle foreste, degli oceani e di altri ecosistemi – integrino i conti economici esistenti”. Si tratta di “un importante sviluppo nel cambiare il modo in cui pensiamo alla prosperità e al benessere”, ha osservato il vicepresidente Frans Timmermans, nel senso della necessaria “trasformazione del modello economico” per affrontare la crisi climatica. Spiega così il commissario per l’ambiente Virginijus Sinkevičius: “mentre la natura contribuisce in modo sostanziale alla nostra economia, è in gran parte invisibile nelle nostre statistiche economiche. Dobbiamo trasformare il modo in cui consideriamo e valutiamo la natura e rendere il suo contributo alla nostra vita parte dell’equazione economica”. Questo nuovo quadro potrebbe “riorientare radicalmente la pianificazione economica e politica verso lo sviluppo sostenibile”.