Circa 12.000 bambini sono stati uccisi o feriti: una media di più di tre al giorno; più di 5.700 bambini – alcuni anche di 7 anni – sono stati reclutati nei combattimenti; più di 1.300 strutture sanitarie e scolastiche e relativo personale sono stati attaccati. È l’impatto che 10 anni di guerra in Siria hanno avuto sui bambini e le famiglie del Paese mediorientale dove circa il 90% dei bambini ha bisogno di assistenza umanitaria, con un incremento del 20% rispetto allo scorso anno. Le vite e il futuro di una generazione di bambini sono, secondo il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, appesi a un filo. In un comunicato, l’Unicef rimarca che “nell’ultimo anno, il prezzo medio del paniere alimentare è aumentato del 230%” e che “i numeri segnalati di bambini che presentano sintomi di stress fisico sono raddoppiati nel 2020 a causa della continua esposizione a violenza, shock e traumi che hanno avuto un significativo impatto sulla salute mentale dei bambini, con conseguenze di breve e lungo periodo”. Ne deriva che oltre mezzo milione di bambini sotto i 5 anni in Siria soffrono di ritardi nello sviluppo a causa della malnutrizione cronica. A questo deve aggiungersi che circa 2,45 milioni di bambini in Siria e altri 750.000 bambini siriani nei Paesi vicini non vanno a scuola, il 40% sono ragazze e/o bambine. “Questo non può essere solo un altro triste anniversario, messo in secondo piano dalla comunità internazionale, mentre i bambini e le famiglie in Siria continuano a lottare”, dichiara il direttore generale dell’Unicef, Henrietta Fore. “I bisogni umanitari non possono aspettare. La comunità internazionale dovrebbe fare ogni sforzo per portare la pace in Siria e sollecitare sostegno per i bambini”. Dal canto suo Unicef continua a offrire sostegno alla popolazione anche per fronteggiare la pandemia da Covid-19. Ad oggi circa 900mila bambini hanno ricevuto vaccinazioni di routine o contro il morbillo, 400mila quelli raggiunti con supporto psicosociale. Sono oltre 3,7 milioni i bambini che hanno avuto accesso a istruzione formale e informale. Per garantire assistenza ai bambini della Siria le organizzazioni umanitarie come l’Unicef hanno “urgente bisogno di supporto e fondi; 1,4 miliardi di dollari la cifra stimata per la risposta in Siria e nei paesi vicini nel 2021”. Unicef lancia un appello affinché “i bambini associati a gruppi armati, soprattutto coloro che vivono nel nordest del Paese, siano reintegrati nelle comunità locali; le parti in conflitto evitino attacchi su bambini e infrastrutture civili, comprese scuole, ospedali, cliniche e punti di approvvigionamento idrico”. L’organizzazione chiede anche il rinnovo della risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu sull’assistenza transfrontaliera che permette di continuare a fornire assistenza salvavita attraverso i confini della Siria”. “Non ci sono vincitori in questa guerra e la perdita più grande è per i bambini della Siria. È ora che le parti in conflitto abbassino le armi e avviino un tavolo di negoziazione. Pace e diplomazia sono l’unica strada per uscire da questo abisso”, conclude l’Unicef.