“Rafforzare l’impatto umanitario dell’Ue nel mondo per far fronte all’intensificarsi delle esigenze umanitarie, aggravate dalla pandemia di Covid-19”. Questo è l’obiettivo della comunicazione che la Commissione europea ha presentato oggi, e che propone “una serie di azioni fondamentali” per accelerare la fornitura di aiuti “ampliando la base di risorse, promuovendo la creazione di un contesto più favorevole per i partner umanitari e affrontando le cause profonde delle crisi mediante l’approccio Team Europa”. “Oggi una crisi umanitaria dura mediamente oltre 9 anni, se non di più”, ha dichiarato l’alto rappresentante Josep Borrell. Molte di queste crisi “rischiano di essere dimenticate, come nei casi di Yemen e Siria. Ma l’Ue non dimentica”. La proposta della Commissione quindi ora è di creare una “nuova capacità di risposta umanitaria europea” per intervenire direttamente nelle crisi umanitarie: semplificare la logistica, mettere in comune le risorse e facilitare la diffusione sul campo sono gli obiettivi da raggiungere sul fronte degli aiuti. Insieme agli aiuti, il rispetto del diritto internazionale umanitario è il secondo elemento portante della politica estera dell’Ue (in un contesto che ha registrato nel 2019 277 attacchi contro operatori umanitari, che hanno causato la morte di 125 persone): la Commissione propone perciò un maggiore impegno nel “sorvegliare” in modo sistematico le violazioni del diritto internazionale umanitario, rafforzando il dovere di diligenza in tutti gli strumenti esterni dell’Ue, continuando a garantire che la politica Ue in materia di sanzioni tenga pienamente conto del diritto internazionale umanitario. Il nuovo strumento europeo opererà “in coordinamento e in complementarità” con il meccanismo di protezione civile dell’Unione, basandosi sul sostegno operativo del centro di coordinamento della risposta alle emergenze dell’Ue.