Cinema: Della Maggiore (Uninettuno), il film “La porta del cielo” rispondeva a “una strategia oculata della Azione Cattolica”

Una pellicola anomala, poco nota ma dai molteplici significati e aneddoti storici. È anche questo il film “La porta del cielo”, girato da Vittorio De Sica nella Roma città aperta dopo l’armistizio e prodotta dalla Orbis, la casa di produzione fondata in quegli anni dalla Azione Cattolica. Sul film, uscito nel 1945, sono intervenuti oggi pomeriggio gli esperti e i docenti dell’università Uninettuno in un webinar. “Anomalia delle anomalie – spiega Gianluca Della Maggiore, docente di storytelling dell’ateneo – vuole che l’associazione non attinse fra i lavoratori dello spettacolo cristiani ma guardò fuori dalla cerchia, coinvolgendo quelli lontani dal mondo cattolico. Cattolico non era Cesare Zavattini e nemmeno Vittorio De Sica, che in quel momento viveva una relazione adulterina, nota alle gerarchie ecclesiastiche. Fa effetto notare Giovanni Battista Montini, allora sostituto alla Segreteria di Stato, accanto a De Sica in una visita al set. Così come era anomalo che la basilica di San Paolo fuori le mura fosse usata come set”. Il film racconta il viaggio in treno verso il santuario di Loreto di numerosi personaggi che sperano di ottenere un miracolo. Le testimonianze di coloro che parteciparono alle riprese riportano che per evitare di andare a Venezia, dove il regime voleva ricreare una Cinecittà della Repubblica di Salò, per il film si studiò un espediente per restare a Roma. “Il mondo della cultura cattolica – osserva Della Maggiore – in quel periodo considerava il cinema come strumento di secolarizzazione per allontanare il pubblico da Dio. Questo progetto è una strategia oculata della Azione Cattolica. La Orbis avrebbe dovuto produrre quei progetti che pur sembrando profani erano permeati dei sentimenti cristiani. Erano un rischio calcolato perché nell’organizzazione c’era Luigi Gedda e fra gli sceneggiatori Diego Fabbri che aveva esperienza nel teatro cattolico. Era un rischio calcolato in linea con il progetto della Chiesa di quel momento”.

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