È iniziato il secondo semestre scolastico in Romania e gli alunni delle scuole materne, primarie, ginnasio e liceo hanno ripreso lunedì 8 febbraio le lezioni in aula, dopo tre mesi di didattica a distanza. Le università, invece, continuano i corsi su varie piattaforme online. Circa il 14% del personale didattico ha ricevuto già la prima dose di vaccino, e a scuola tutti hanno l’obbligo di mantenere il distanziamento e di usare la mascherina in modo corretto. Più di 10mila istituti di insegnamento funzionano nello “scenario verde”, cioè al completo; 6.583 nello “scenario giallo”, con soli gli alunni delle scuole materne, primarie e ginnasio; e circa 1.000 nello scenario rosso, con gli alunni delle scuole materne e delle primarie. Sono, dunque, tornati nelle aule scolastiche più di 2,4 milioni di alunni, su un totale di 3 milioni. Circa 60 scuole continueranno però i corsi online, perché non possono assicurare lo svolgimento delle lezioni in condizioni di sicurezza sanitaria. Le autorità romene hanno provveduto a fornire le scuole di test rapidi, da effettuare nel caso qualcuno degli alunni o del personale didattico manifesti sintomi di infezione da coronavirus. La decisione di riaprire le scuole è stata salutata dall’arcivescovo romano-cattolico di Bucarest Aurel Percă, presidente della Conferenza episcopale romena e responsabile nazionale per l’insegnamento. “La pandemia è ancora una ferita aperta e la scuola ha sofferto tanto. Il ritorno alla normalità della scuola, con presenza fisica, è perciò un motivo di gioia e di speranza”, ha detto l’arcivescovo, ricordando la responsabilità di tutti nel rispettare le norme sanitarie, perché l’attività scolastica possa continuare in modo sicuro e salutare. Inoltre, mons. Percă ha sottolineato l’importanza della formazione integrale dei giovani e ha manifestato la speranza che insieme alla riapertura delle scuole saranno riprese le attività di catechesi nelle parrocchie.