Tutte le forze politiche, sociali e religiose del Libano che davvero desiderano aprire la strada alla “rinascita libanese” possono trovare coraggio a punti di riferimento nelle ultime parole che Papa Francesco ha riservato ieri al Paese dei Cedri, nel suo annuale discorso ai membri del Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. II suggerimento, scrive l’agenzia Fides, arriva dal patriarca maronita, card. Bechara Boutros Rai. Il cardinale libanese, durante l’omelia della messa celebrata oggi presso la sede patriarcale di Bkerké in occasione della solennità liturgica di San Marone, padre della Chiesa maronita, ha riletto integralmente il passaggio del discorso papale riferito al Libano, chiedendo che gli auspici del Papa per il popolo libanese siano affidati all’intercessione del Santo venerato come “padre” nella Chiesa che da lui prende anche il proprio nome. Ieri, nel discorso pronunciato davanti ai membri del Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, Papa Francesco aveva auspicato “un rinnovato impegno politico nazionale e internazionale per favorire la stabilità del Libano, che è attraversato da una crisi interna e rischia di perdere la sua identità e di trovarsi ancor più coinvolto nelle tensioni regionali”. Il Papa ha anche sottolineato che “indebolire la comunità cristiana rischia di distruggere l’equilibrio interno e la stessa realtà libanese”, aggiungendo che “in quest’ottica va affrontata anche la presenza dei profughi siriani e palestinesi”. Nel corso della sua omelia, il patriarca Bechara Rai ha riproposto la sua recente idea di promuovere sotto l’egida dell’Onu una Conferenza nazionale incaricata di affrontare e risolvere la crisi libanese: “Oggi ci rammarichiamo di celebrare la festa di Marone vedendo i libanesi che soffrono e fanno sacrifici, mentre il loro Stato si preoccupa di cose meschine. I funzionari gareggiano nel cercare soluzioni ai propri problemi e ci portano a guardare alle Nazioni Unite per cercare di salvare il Libano. È loro dovere esaminare il modo migliore per garantire una Conferenza internazionale sul Libano, che ridia vita al Paese e eviti la sua caduta. Le Nazioni Unite non sono un gruppo settario o partigiano, da sfruttare a vantaggio dell’uno o dell’altro schieramento. L’Onu è un’organizzazione responsabile del destino di ogni Stato membro ed ha il dovere di assistere gli Stati membri nel momento in cui essi attraversano crisi cruciali”.