Grande fermento tra i cristiani della Piana di Ninive per l’annunciato arrivo di Papa Francesco in Iraq. Il programma del viaggio, che si terrà dal 5 all’8 marzo, prevede (7 marzo) anche una tappa a Mosul e a Qaraqosh, villaggio cristiano della Piana di Ninive, uno di quelli devastati dalle milizie dello Stato Islamico durante l’invasione dell’estate del 2014. Il Papa, di ritorno da Mosul, visiterà la comunità ecclesiale di Qaraqosh nella Chiesa locale dell’Immacolata Concezione. “La preparazione è cominciata già da qualche tempo”, dichiara al Sir padre Paolo Mekko, parroco di Karamles, villaggio a maggioranza cristiana a pochissimi chilometri da Qaraqosh. “I gruppi, le famiglie e semplici fedeli hanno cominciato a pregare per il Papa e per questa visita tanto attesa. Le restrizioni per prevenire il Covid impediranno a tanti di partecipare ma molti sperano almeno di vedere passare il Papa sopra le loro teste quando si recherà a Qaraqosh dove arriverà in elicottero. Si era pensato di scrivere una lettera per chiedere agli organizzatori del viaggio di far passare il Pontefice a Karamles, che è vicinissimo a Qaraqosh, ma sarà molto difficile. Vedremo se sarà permesso andare a Qaraqosh e aspettare il passaggio del corteo papale che dalla pista di atterraggio dell’elicottero si recherà in città. In questi giorni a Qaraqosh stanno ultimando i lavori della chiesa dell’Immacolata Concezione, che è stata incendiata dall’Isis, e risistemando le strade”. La speranza di padre Paolo è quella della popolazione cristiana della Piana di Ninive che lentamente sta rientrando nei propri villaggi: “Questo viaggio del Papa aiuti l’Iraq a camminare spedito sulla via delle democrazia, della riconciliazione nazionale, del rispetto del diritto delle minoranze e della cittadinanza. I cristiani sono cittadini a pieno titolo dell’Iraq, ne sono gli abitanti originari”.