“Non è solo l’essere umano ad essere malato, lo è anche la nostra Terra”. A lanciare il grido d’allarme è il Papa, che nel discorso al Corpo diplomatico ha auspicato che “la prossima Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP26), prevista a Glasgow nel novembre prossimo, consenta di trovare un’intesa efficace per affrontare le conseguenze del cambiamento climatico”. “La pandemia – l’analisi di Francesco – ci ha mostrato ancora una volta quanto anch’essa sia fragile e bisognosa di cure. Certamente vi sono profonde differenze fra la crisi sanitaria provocata dalla pandemia e la crisi ecologica causata da un indiscriminato sfruttamento delle risorse naturali. Quest’ultima ha una dimensione molto più complessa e permanente, e richiede soluzioni condivise di lungo periodo”, poiché “gli impatti del cambiamento climatico, siano essi diretti, quali gli eventi atmosferici estremi come alluvioni e siccità, oppure indiretti, come la malnutrizione o le malattie respiratorie, sono spesso gravidi di conseguenze che permangono per molto tempo”. “La risoluzione di queste crisi richiede una collaborazione internazionale per la cura della nostra casa comune”, l’appello del Papa: “È questo il tempo di agire, poiché possiamo già toccare con mano gli effetti di una protratta inazione”. “Penso ad esempio alle ripercussioni sulle numerose piccole isole dell’Oceano Pacifico che rischiano gradualmente di scomparire”, il primo esempio citato, insieme alle inondazioni del Sud Est asiatico, specialmente in Vietnam e nelle Filippine. Senza contare “il progressivo riscaldamento della Terra, che ha causato devastanti incendi in Australia e in California”. Infine il Papa ha menzionato il Burkina Faso, il Mali, il Niger e il Sud Sudan, dove “peraltro persiste una grave emergenza umanitaria: oltre un milione di bambini ha carenze alimentari, mentre i corridoi umanitari sono spesso ostacolati e la presenza delle agenzie umanitarie nel territorio viene limitata”. “Anche per far fronte a tale situazione è quanto mai urgente che le autorità sud-sudanesi superino le incomprensioni e proseguano nel dialogo politico per una piena riconciliazione nazionale”, l’invito di Francesco.