Il terrorismo è “un’altra grave piaga di questo nostro tempo, che ogni anno miete in tutto il mondo numerose vittime tra la popolazione civile inerme”. Lo ha ribadito il Papa, che nella parte finale del suo discorso al Corpo diplomatico lo ha definito “un male che è andato crescendo a partire dagli anni Settanta del secolo scorso e che ha avuto un momento culminante negli attentati che l’11 settembre 2001 hanno interessato gli Stati Uniti d’America, uccidendo quasi tremila persone”. “Purtroppo, il numero degli attentati è andato intensificandosi negli ultimi vent’anni, colpendo diversi Paesi in tutti i continenti”, il grido d’allarme di Francesco, che ha citato in particolare il terrorismo “che colpisce soprattutto nell’Africa sub-sahariana, ma anche in Asia e in Europa”. “Il mio pensiero va a tutte le vittime e ai loro familiari, che si sono visti strappare persone care da una violenza cieca, motivata da ideologiche distorsioni della religione”, ha proseguito, facendo notare che “gli obiettivi di tali attacchi sono spesso proprio i luoghi di culto, in cui sono raccolti fedeli in preghiera”. “La protezione dei luoghi di culto è una conseguenza diretta della difesa della libertà di pensiero, di coscienza e di religione ed è un dovere per le autorità civili, indipendentemente dal colore politico e dall’appartenenza religiosa”, il monito del Papa.