“Un’intesa di carattere essenzialmente pastorale”. Così il Papa, nel discorso al Corpo diplomatico, ha definito il prolungamento dell’Accordo Provvisorio sulla nomina dei vescovi in Cina, firmato a Pechino nel 2018 e rinnovato il 22 ottobre scorso. “La Santa Sede auspica che il cammino intrapreso prosegua, in spirito di rispetto e di fiducia reciproca, contribuendo ulteriormente alla soluzione delle questioni di comune interesse”, l’augurio di Francesco, che ha fatto notare come l’anno da poco conclusosi “ha lasciato dietro a sé un carico di paura, sconforto e disperazione, insieme con molti lutti”: “Esso ha posto le persone in una spirale di distacco e di sospetto reciproco e ha spinto gli Stati a erigere barriere”. “Il mondo interconnesso a cui eravamo abituati ha ceduto il passo ad un mondo nuovamente frammentato e diviso”, il monito del Papa, che ha ricordato come per affrontare la pandemia, che “coinvolge di fatto tutta l’umanità e i Paesi del mondo” e “incide su molteplici aspetti della nostra vita”, è stata istituita per sua iniziativa la Commissione Vaticana Covid-19, “con lo scopo di coordinare la risposta della Santa Sede e della Chiesa alle sollecitazioni giunte dalle diocesi di tutto il mondo, per far fronte all’emergenza sanitaria e alle necessità che la pandemia ha fatto emergere”. “Fin dall’inizio è parso infatti evidente che la pandemia avrebbe inciso notevolmente sullo stile di vita cui eravamo abituati, facendo venire meno comodità e certezze consolidate”, ha rivelato Francesco, secondo il quale la pandemia “ci ha messo in crisi, mostrandoci il volto di un mondo malato non solo a causa del virus, ma anche nell’ambiente, nei processi economici e politici, e più ancora nei rapporti umani. Ha messo in luce i rischi e le conseguenze di un modo di vivere dominato da egoismo e cultura dello scarto e ci ha posto davanti un’alternativa: continuare sulla strada finora percorsa o intraprendere un nuovo cammino”.