“La pandemia, che ci ha costretto a lunghi mesi di isolamento e spesso di solitudine, ha fatto emergere la necessità che ogni persona ha di avere rapporti umani”. È l’analisi del Papa, che ha concluso il suo discorso al Corpo diplomatico soffermandosi si una crisi “che, fra tutte, è forse la più grave: la crisi dei rapporti umani, espressione di una generale crisi antropologica, che riguarda la concezione stessa della persona umana e la sua dignità trascendente”. “Penso anzitutto agli studenti, che non sono potuti andare regolarmente a scuola o all’università”, ha proseguito Francesco, secondo il quale, oltre ad accentuare la “disparità delle opportunità educative e tecnologiche”, l’aumento della didattica a distanza ha comportato “una maggiore dipendenza dei bambini e degli adolescenti da internet e in genere da forme di comunicazione virtuali, rendendoli peraltro più vulnerabili e sovraesposti alle attività criminali online”. “Assistiamo a una sorta di ‘catastrofe educativa’, davanti alla quale non si può rimanere inerti, per il bene delle future generazioni e dell’intera società”, il grido d’allarme del Papa: “Oggi c’è bisogno di una rinnovata stagione di impegno educativo, che coinvolga tutte le componenti della società, poiché l’educazione è il naturale antidoto alla cultura individualistica, che a volte degenera in vero e proprio culto dell’io e nel primato dell’indifferenza. Il nostro futuro non può essere la divisione, l’impoverimento delle facoltà di pensiero e d’immaginazione, di ascolto, di dialogo e di mutua comprensione”.