“La precaria situazione occupazionale, messa in ginocchio dalla pandemia e aggravata dalla forte migrazione giovanile, richiede un supplemento di iniziativa, inventiva e collaborazione a tutti: alle autorità, agli imprenditori, a chiunque ha a cuore questa nostra terra e il suo futuro”. Lo ha detto il vescovo di Terni-Narni-Amelia, mons. Giuseppe Piemontese, nell’omelia della messa che ha celebrato ieri, alla presenza delle autorità locali, nella festa diocesana di san Valentino, patrono di Terni e copatrono della diocesi.
Ricordando il 40° anniversario della visita di Papa Giovanni Paolo II alle acciaierie e alla città di Terni, il presule nella sua omelia si è soffermato sul tema del lavoro, guardando “con interesse” e incoraggiando ad “allargare” la riflessione sul ‘Manifesto 51’, avviata a Terni da un gruppo di cittadini di differenti orientamenti ideali e politici. “I danni provocati dalla pandemia ci prospettano un futuro complicato nel quale, dopo aver onorato e pianto i morti, insieme dovremo confortare i sopravvissuti, far ricorso alla buona volontà di tutti per promuovere uno sviluppo sostenibile e dignitoso, rinunciando realisticamente alla pretesa che tutto torni come prima”.
L’impegno comune, auspicato da parte di uomini e donne di fede, “si unisca alla invocazione di san Valentino perché cresca in tutti la dimensione dell’amore vero”, “amore oblativo tra giovani fidanzati e sposi, amore di carità verso il prossimo, amore di solidarietà con chi è nella disperazione, amore per la giustizia sociale”.