La pandemia “è un grande trauma dell’umanità e, al tempo stesso, costituisce una sorta di microscopio elettronico che ingrandisce criticità latenti nella nostra società”. Oltre a “causare tanta sofferenza, ha messo in luce delle disumanità che non consentono più di parlare di civiltà” perché “l’unico riferimento sono i soldi”. Lo afferma in un’intervista al Sir lo psichiatra e scrittore Vittorino Andreoli, che soffermandosi sulle “fratture” provocate dal Covid, sostiene l’importanza di far riemergere “il senso del mistero con la M maiuscola”.
“Nella nostra civiltà – afferma –, che prima del virus avevamo definito con enfasi ‘del sapere, dell’informazione, del benessere’, si è smarrito il significato dell’esistenza. Venuti meno gli orientamenti, l’unico riferimento sono i soldi, e il valore della vita si stabilisce in base ad un parametro economico. Ormai – esclama con passione – non solo le cose hanno un prezzo, ma ce l’hanno anche gli uomini! E abbiamo scoperto che la vecchiaia è un peso sociale”.
Il card. Bassetti ha lanciato l’allarme sulla “frattura sanitaria”, e nei giorni scorsi è stato reso noto che 4 milioni di famiglie hanno ridotto enormemente le cure; di queste quasi un milione vi ha rinunciato del tutto… “Una vergogna – il commento del professore –. Il nostro Paese ha due sanità: una pubblica e una privata. E in una società fondata non sui bisogni dell’uomo, bensì su quelli dell’economia, una sanità pensata in funzione di questi criteri è disumana. La salute deve riguardare tutti”. “La sanità – e lo dico da medico – deve aiutare a vivere, proteggere la vita che è straordinaria; ma se l’uomo è misurato in base ai soldi che produce (o ruba), la povertà diventa una colpa. Non è certo ciò che insegnava quel Gesù di Nazareth che curava tutti e anzi, vedendo che la maggior parte erano poveri li toccava e li curava con l’amore, la terapia migliore”.