“Per sempre”, è questa locuzione temporale a segnare la differenza che è alla base di “Lei mi parla ancora”, il nuovo film di Pupi Avati, che andrà in onda questa sera, 8 febbraio, in prima assoluta su Sky Cinema e sulla piattaforma NowTv. Il film prende le mosse da una storia vera, il matrimonio che ha unito per sessantacinque anni i coniugi Giuseppe Sgarbi e Rina Cavallini, i genitori di Vittorio ed Elisabetta Sgarbi.
In una conversazione telefonica tra il regista bolognese e il presidente della Commissione nazionale valutazione film Cei, Massimo Giraldi, Avati ha sottolineato: “Io sono sposato da cinquantacinque anni con mia moglie e proprio l’idea di ‘per sempre’ fa scattare in me qualcosa di profondo e remoto. E ho voluto indagare, in una sorta di backstage, i motivi per i quali un vecchio signore di ottant’anni si confronti con un giovane che desidera rileggere gli stessi avvenimenti”.
Nel dialogo tra Giraldi e Avati per l’Agenzia Sir, il regista ha affermato: “Si tratta, come si capisce bene, di una situazione che esula dalla contemporaneità per entrare in uno spazio fuori dal tempo. Rivedo quella vicenda alla luce dell’oggi: i sentimenti scavano nella commozione e lasciano una luce che non si spegne”.
Pupi Avati ha poi aggiunto nella telefonata: “Io ricordo che il mio film precedente, ‘Il signor Diavolo’, è stato mandato in sala il 22 agosto 2019, con pochissimo sostegno e una oggettiva debolezza pubblicitaria. Per questo affronto l’uscita del film odierno sulla piattaforma Sky con la consapevolezza che ogni film acquisti un senso solo quando il pubblico riesce a vederlo. E oggi, in questo modo, il pubblico è garantito”.
Concludendo, Massimo Giraldi ha condiviso con il Sir: “Questa importante anteprima tv, e in piattaforma streaming, ci consegna un modo di fare cinema nel senso più bello e classico del termine. Pupi Avati si conferma un grande narratore, attento ai sentimenti; Avati è un indagatore del cuore e dell’animo umano, che riesce poi trasferire sullo schermo in maniera dolce e malinconia, ma mai scontata o banale”.