“Accogliamo con grande gioia la decisione della Conferenza episcopale della Basilicata di elevare san Giustino de Jacobis a protettore dei lucani nel mondo”: scrivono così dalla Commissione missionaria regionale della Basilicata, dopo che nei giorni scorsi i vescovi lucani si sono espressi a favore di un progetto arrivato dalla Federazione associazioni lucane in Svizzera e sottoposto loro dal vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa, mons. Ciro Fanelli. Lucano di San Fele (Pz), san Giustino De Jacobis “è stato un anticipatore di tutto ciò che sarebbe stato alla base di odierne tematiche quali intercultura, ecumenismo e mediazione culturale, facendosi semplicemente promotore dell’amore di Cristo”, proseguono dalla Commissione missionaria lucana. Vissuto nella prima metà dell’Ottocento, san Giustino è stato missionario lazzarista in Etiopia e vescovo di Nilopoli. Paolo VI lo ha canonizzato nel 1975. Fare di questa figura il patrono dei lucani che vivono lontano dalla propria terra vuole essere occasione per “sensibilizzare le nuove generazioni al rispetto delle culture diverse dalla propria, allo sviluppo del senso civico, alla tolleranza, all’accoglienza e soprattutto alla promozione del bene comune”, concludono dalla Commissione missionaria lucana. Per far conoscere il santo, negli ultimi anni la diocesi di Melfi, di cui fa parte San Fele, ha promosso concorsi letterari e una borsa di studio universitaria; una lampada da tenere sempre accesa è stata donata ad ogni parrocchia della diocesi; infine, nel 2019 Papa Francesco ha ricevuto i sanfelesi e benedetto una statua del santo.