Tratta: Venezia, il Patriarca Moraglia celebrerà nella chiesa del battesimo di Santa Bakhita

Lunedì 8 febbraio, alle 17.30, si svolgerà in diretta tv su Antenna 3 una messa del Patriarca di Venezia Francesco Moraglia, per pregare contro la tratta e la prostituzione, nel ricordo di santa Bakhita, schiava liberata. La messa, organizzata con l’associazione “Comunità Papa Giovanni XXIII”, sarà celebrata nella chiesa dove la santa è stata battezzata, ossia l’oratorio di San Giovanni Battista di Rio Terà dei catecumeni a Dorsoduro, Venezia. La celebrazione sarà trasmessa alle ore 17.30. Saranno presenti alcune suore dell’Istituto delle “Salesie”, che vivono nel convento dei Catecumeni, e due suore Canossiane. L’evento si inserisce nelle iniziative per la Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone che si celebra l’8 febbraio, promossa dalla rete mondiale della vita consacrata Talitha Kum e dai suoi partner. La celebrazione sarà preceduta da una videotestimonianza dell’associazione Papa Giovanni e sarà fruibile sulle pagina Facebook di “Gente veneta” e dell’associazione fondata da don Oreste Benzi.  Nell’oratorio di San Giovanni Battista, a pochi metri dalla grande Basilica della Madonna della Salute, è stato celebrato il battesimo di Santa Giuseppina Bakhita, suora canossiana giunta a Venezia dal Darfur (Sudan Occidentale), dopo una drammatica vicenda di vita. Nella piccola chiesa si conserva ancora il fonte dove l’allora Patriarca e cardinale Domenico Agostini le amministrò i sacramenti dell’iniziazione cristiana, il 9 gennaio 1890. A quei tempi il convento dei Catecumeni era abitato e curato dalle suore Canossiane, per cui Giuseppina Bakhita chiese di essere ammessa tra le novizie nel 1893. Sarà il nuovo Patriarca, Giuseppe Sarto (il futuro San Pio X) a confermare questo suo desiderio. Visse e lavorò in molte case delle Canossiane, in particolare a Schio, dove abitò per 45 anni e dove morì l’8 febbraio del 1947. L’oratorio e il convento dei Catecumeni furono fondati dalla Serenissima Repubblica di Venezia nel 1557: si trattava di un ostello per i prigionieri di guerra, gli schiavi non cristiani che desideravano affrancarsi dalla loro condizione abbracciando il cattolicesimo. Per questo erano “catecumeni”, cioè in formazione verso il battesimo.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia