Papa Francesco: “un buon musicista conosce il valore del silenzio”. “Il silenzio che viviamo è vuoto?”

“Un buon musicista conosce il valore del silenzio, il valore della pausa”. Lo dice il Papa, nel videomessaggio inviato ai partecipanti al IV Convegno internazionale sulla musica promosso dal Pontificio Consiglio della cultura in collaborazione con il Pontificio Istituto di Musica Sacra e il Pontificio Istituto Liturgico dell’Ateneo Sant’Anselmo, che quest’anno si svolge online il 4 e il 5 febbraio 2021 sul tema “Chiesa e Musica: Testi e contesti”. “L’alternanza tra suono e silenzio è feconda e permette l’ascolto, che ha un ruolo fondamentale in ogni dialogo”, spiega Francesco, che poi si rivolge direttamente ai musicisti: “la sfida comune è di ascoltarci a vicenda”. “Sappiamo quanto sia necessario narrare la storia della salvezza in idiomi e linguaggi che si possano ben comprendere”, prosegue Francesco, secondo il quale “anche la musica può aiutare i testi biblici a ‘parlare’ nei nuovi e differenti contesti culturali”, attraverso le “forme musicali più diverse”, che “esprimono la varietà delle culture e delle comunità locali, ciascuna con il proprio ethos”. Fra di esse, il Papa cita  le civiltà indigene, “nelle quali l’approccio alla musica è integrato con gli altri elementi rituali della danza e della festa”, includendo quindi anche la dimensione della corporeità. Poi la conclusione, con una domanda “che viene spontanea nella situazione in cui ci troviamo, provocata dalla pandemia: il silenzio che viviamo è vuoto o siamo in fase di ascolto? È vuoto o siamo in fase di ascolto? Permetteremo, in seguito, l’emergere di un canto nuovo? Voci, strumenti musicali e composizioni continuino a esprimere, nell’attuale contesto, l’armonia della voce di Dio, conducendo verso la ‘sinfonia’, cioè la fraternità universale.

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