“Una vita distrutta e rubata troppo presto, in modo oltremodo crudele”. Lo ha detto l’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, nell’omelia delle esequie della giovane Roberta Siragusa, uccisa dal fidanzato, a Caccamo. “L’uomo – dice la Parola di Dio – ha due strade: quella della relazione e quella della violenza. E oggi vediamo come la violenza abbia distrutto la bellezza di Roberta, la bellezza delle sue relazioni, la bellezza che lei aveva il compito di far crescere nel mondo”, ha osservato il presule.
Parlando dinnanzi al corpo della giovane, “corpo martoriato, sacrificato, vita che ci è stata rubata”, l’arcivescovo ha dato voce al “dolore indicibile, inaudito” dei familiari e degli amici. “Un corpo che aveva il fuoco della vita e si apriva al fuoco dell’amore è davanti noi, sfigurato dalle fiamme della violenza. Se il cuore non arde di amore divampa il fuoco devastante della violenza – ha osservato -. E in questo corpo bruciato ci sembra che sia racchiuso il dolore di un mondo nel quale ancora domina la violenza”. Nelle parole di mons. Lorefice uno sguardo universale: “Nel corpo di Roberta piangiamo il destino dell’umanità quando essa sceglie la violenza, la morte”. Poi, rivolgendosi ai familiari, un messaggio di conforto: “Non ci sono parole per consolare il vostro strazio, cari genitori. Siamo in silenzio con voi. E vi doniamo le nostre lacrime. L’intera famiglia umana oggi piange Roberta”. Infine, il pensiero anche per chi l’ha uccisa: “Il cuore di Cristo attende anche il dolore, che deve essere dilaniante, e il pentimento, a caro prezzo certamente, di coloro che provocano violenza”.