“Quando è scattato il coprifuoco e le strade si sono svuotate, S. non è più riuscita a pagare l’affitto. Così ad un certo punto ha ceduto alla proposta di un suo cliente storico e si è trasferita da lui. Presto i suoi timori hanno trovato conferma. Le richieste di prestazioni sessuali in cambio dell’ospitalità si sono fatte sempre più insistenti. Quanti favori e di quale tipo fossero necessari a ripagare il debito non era stato stabilito. La sola cosa certa è che non si poteva dire di no. Così alle minacce sono seguite le violenze fisiche. Schiaffi, pugni e calci. Fino a che la situazione è diventata intollerabile ed S. ha scelto di andarsene a vivere in una tenda sotto il cavalcavia”. La denuncia viene da Caritas Ambrosiana in un documento diffuso oggi, assieme ad altre vicende simili. Dai racconti, raccolti al telefono, via whatsapp, tramite video-chiamate, dalle operatrici e dagli operatori dell’unità di strada Avenida della Caritas Ambrosiana “emerge quanto le donne e le trans costrette a vendersi sulle strade di Milano siano diventate in questi mesi sempre più vulnerabili e ricattabili e quindi subiscano violenze e abusi ancora maggiori che nel passato”. Secondo la Caritas di Milano “allo stato di schiavitù in cui sono tenute, che comprime se non annulla la loro libertà di avere relazioni al di fuori dell’ambiente che le tiene sotto scacco, si è aggiunto anche un livello di miseria materiale che non ha precedenti. Al punto che la gran parte di loro (il 70%) è dovuta ricorrere a forme di aiuto, come quello alimentare, di cui non aveva avuto bisogno prima”.
Suor Claudia Biondi, responsabile dell’area tratta e prostituzione di Caritas Ambrosiana, spiega: “Il coronavirus ha accelerato un processo che era in corso da tempo: la prostituzione si è ancora di più spostata dalla strada all’indoor e all’online, fenomeno che di per sé rende le vittime ancora più invisibili, difficilmente avvicinabili se non dai clienti e sfruttatori, e quindi più sole. Ma è successa anche un’altra cosa. Una parte di loro, quella più povera e meno attrezzata, sfruttata da sedicenti fidanzati, che operano in proprio o affiliati a micro gruppi criminali poco organizzati, non è riuscita ad adattarsi al cambiamento e oggi vive in condizioni di emarginazione ancora maggior che nel passato”. È quanto accade, in particolare, tra i membri della comunità rumena, “da anni la principale nazionalità delle donne che Caritas Ambrosiana intercettata in strada che conferma il suo primato anche nel 2020 con il 53% di presenze”.