Fai Cisl e Inas Cisl avviano un nuovo progetto con l’obiettivo di rafforzare l’assistenza rivolta ai lavoratori agricoli migranti. La collaborazione riguarda in particolare i braccianti rumeni e albanesi, due comunità tra le più presenti nel settore agricolo italiano, la prima con circa 100 mila lavoratori e la seconda con 34 mila. Gli operatori del patronato Inas Cisl attivi in Romania e Albania, con uffici a Bucarest e Tirana, sono stati formati per supportare tutte le lavoratrici e i lavoratori agricoli che, per qualsiasi motivo, sono rientrati nei loro territori di origine: forniranno informazioni, tutele e assistenza, in questo momento soprattutto per la presentazione delle domande di disoccupazione agricola, la cui scadenza è prevista per il 31 marzo. Il lavoro degli operatori del patronato, in costante coordinamento con la Fai, la Federazione agroalimentare e ambientale della Cisl, consentirà di informare i lavoratori rumeni e albanesi sui vari servizi offerti e le agevolazioni previste per sé e i propri famigliari. “Il contributo dei lavoratori stranieri all’agricoltura italiana – commenta il Segretario generale della Fai Cisl Onofrio Rota – è un dato strutturale e in crescita costante, è un nostro dovere concepire i servizi di tutela e assistenza mettendo al centro la persona e i suoi bisogni, in un percorso che consolida il senso di partecipazione e rappresentanza. Grazie alla sinergia con il nostro patronato, un bracciante agricolo rumeno o albanese, che si trova nel proprio Paese di origine, può presentare ad esempio domanda di disoccupazione agricola oppure chiedere altri servizi senza necessariamente spostarsi in Italia. È anche questo un metodo per rendere esigibili i diritti e per andare incontro alle esigenze di tutti, specialmente in questo periodo difficile, promovendo azioni congiunte e intese anche con i Paesi di origine”. “Grazie a questo progetto – sottolinea Gigi Petteni, presidente Inas Cisl – mettiamo in campo tutele che rispondono a bisogni specifici dei lavoratori. Grazie a questa sinergia accedere ai propri diritti sarà più semplice anche lontano dall’Italia”.